La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche viola il “diritto dei genitori di educare i figli secondo le loro convinzioni” oltre a ledere la “libertà di religione degli alunni”.
Questa sentenza ci offende e ci preoccupa perché nessuno può educare senza valori e questi vivono solo in società che ne riconoscono l’origine: ora, il crocifisso nei luoghi pubblici, come riconosciuto dal Consiglio di Stato nel 2006, è simbolo della storia e della cultura italiana e di conseguenza dell’identità del Paese, ed è il simbolo dei principi di eguaglianza, libertà, tolleranza e del secolarismo dello Stato.
Al posto di questo simbolo ora ci viene proposto il nulla, o come ha detto il Cardinale Bertone ci viene lasciato la zucca di Halloween, un nulla che in nome di un falso rispetto di tutti (che in realtà si chiama relativismo) vuole nascondere duemila anni di storia che hanno costruito la nostra convivenza. Così facendo si neutralizzano, non solo i contenuti delle diverse posizioni culturali, ma di conseguenza, anche le relazioni umane: non si educano più persone attraverso relazioni capaci di trasmettere identità e senso, ma individui che da soli vivono in una società indifferente a qualsiasi riferimento valoriale. Alla fine di questo cammino c’è solo la sconfitta dell’uomo.
La scelta della Corte Europea di bocciare la presenza del crocifisso nelle scuole è la prima conseguenza della avidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione Europea e comunque, nessun crocifisso nelle aule scolastiche ha mai violato la nostra libertà religiosa, né la crescita e la libera professione delle fedi religiose.
Quel simbolo è un patrimonio civile di tutti gli italiani, perché è il segno dell’identità cristiana dell’Italia e anche dell’Europa. (Si ringrazia per il contributo Giuseppe Bentivoglio)
Questa sentenza ci offende e ci preoccupa perché nessuno può educare senza valori e questi vivono solo in società che ne riconoscono l’origine: ora, il crocifisso nei luoghi pubblici, come riconosciuto dal Consiglio di Stato nel 2006, è simbolo della storia e della cultura italiana e di conseguenza dell’identità del Paese, ed è il simbolo dei principi di eguaglianza, libertà, tolleranza e del secolarismo dello Stato.
Al posto di questo simbolo ora ci viene proposto il nulla, o come ha detto il Cardinale Bertone ci viene lasciato la zucca di Halloween, un nulla che in nome di un falso rispetto di tutti (che in realtà si chiama relativismo) vuole nascondere duemila anni di storia che hanno costruito la nostra convivenza. Così facendo si neutralizzano, non solo i contenuti delle diverse posizioni culturali, ma di conseguenza, anche le relazioni umane: non si educano più persone attraverso relazioni capaci di trasmettere identità e senso, ma individui che da soli vivono in una società indifferente a qualsiasi riferimento valoriale. Alla fine di questo cammino c’è solo la sconfitta dell’uomo.
La scelta della Corte Europea di bocciare la presenza del crocifisso nelle scuole è la prima conseguenza della avidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione Europea e comunque, nessun crocifisso nelle aule scolastiche ha mai violato la nostra libertà religiosa, né la crescita e la libera professione delle fedi religiose.
Quel simbolo è un patrimonio civile di tutti gli italiani, perché è il segno dell’identità cristiana dell’Italia e anche dell’Europa. (Si ringrazia per il contributo Giuseppe Bentivoglio)