sabato 30 aprile 2011

A Faenza e dintorni servono le infrastrutture: dov'è la circonvallazione Nord-Est?

Le amministrazioni locali hanno dimenticato Faenza.
Faenza è rimasta ai collegamenti stradali degli anni ’70, peccato che il traffico e le esigenze siano cambiate, e parecchio, in questi 40 anni.
Se, quando fu costruita, la circonvallazione faentina era considerata un’opera all’avanguardia, ora Faenza è il fanalino di coda nei collegamenti della provincia, forse le amministrazioni passate hanno immaginato che le esigenze non si modificassero.
La zona di Faenza è un punto nodale per i collegamenti stradali nella provincia di Ravenna, difatti per chi arriva dai paesi collinari, vedi Brisighella, Modigliana e tutti gli altri, passa per Faenza, sia per raggiungere la zona di Imola, sia per raggiungere la zona di Forlì, che naturalmente Ravenna e tutta la bassa romagna, purtroppo però nella zona di Faenza i collegamenti sono assai deficitari, vediamoli nel dettaglio:
- chi viene dalla collina e deve andare verso Imola, ha 2 scelte: o percorre la Via Emilia, o utilizza l’autostrada purtroppo però la Via Emilia è una strada lenta, stretta e pericolosa, con il traffico di oggi, mentre per raggiungere l’autostrada occorre attraversare tutta la città di Faenza e diventa disagevole, occorre, quindi predisporre un collegamento alternativo tra la Via Emilia e l’autostrada, che permetta di collegare rapidamente la città di Faenza con quella di Imola, risolvendo così anche l’ormai annoso problema del traffico pesante a Castel Bolognese;
- chi invece provenendo dalla collina si deve recare in direzione Forlì, ha sicuramente meno problemi, in quanto può utilizzare la circonvallazione, per poi imboccare la Via Emilia, che anche in questo lato è una strada non sufficiente, ma con qualche problematica in meno rispetto al tratto di Ponente (questo è il collegamento meno critico);
- chi proviene da Ravenna deve sperare di non andare verso Forlì, perché in quella direzione mancano del tutto i collegamenti;
- chi viene da Forlì poi non può andare in direzione Ravenna senza passare dal centro della città, oppure facendo un percorso vizioso e malconsigliato (girando attorno a tutta la città), inoltre è stato previsto lo sviluppo industriale della città di Faenza in direzione Autostrada/Solarolo ed anche qui, chi viene da Forlì può raggiungere questa zona solo transitando in centro a Faenza.
- infine, non dimentichiamo il faentino che, residente in borgo compie il percorso casa-lavoro verso la zona industriale: deve transitare per forza dal cavalcaferrovia, congestionando tutto il tratto di Viale IV Novembre, Viale delle Ceramiche, fino oltre alla rotatoria del ponte delle Grazie.
E’ simpatico pensare come la piazza e le zone adiacenti siano sempre meno frequentate dalle persone, mentre le strade del centro faentino siano sempre più congestionate dal traffico, peraltro di veicoli di passaggio.
Ne consegue che, per risolvere il maggiore dei problemi, sarebbe sufficiente costruire il tratto mancante di collegamento rapido nella città di Faenza:
LA CIRCONVALLAZIONE NORD-EST,
un semplice tratto di strada, in una zona scarsamente interessata da edilizia residenziale e da insediamenti industriali o commerciali.
Non a caso è un tema dibattuto da parecchio tempo, ora passato nel dimenticatoio; non a caso lo richiedono parecchi cittadini; non a caso lo richiedono associazioni imprenditoriali.
Alcune strade già ci sono, sarebbe sufficiente allargarle e ricongiungerle con la zona industriale in espansione della zona Nord della città, con qualche opera aggiuntiva.
O vogliamo fare, come in alcuni recenti insediamenti di strutture logistiche, di cui si è autorizzato l’insediamento, senza prima curarsi di modificare l’assetto viario, tanto quello si farà immediatamente, si diceva, peccato che, prendendo in esame l’ultimo insediamento della ditta “Fiege-Borruso”, dopo anni, l’unica modifica all’assetto viario è stata la costruzione di una rotatoria, peraltro non ancora terminata; ed ora ci si lamenta della via San Silvestro che, così com’è, mal sopporta il maggior traffico.
Noi chiediamo ed incideremo con forza nelle prossime legislature, affinché dalla Provincia sia messo in programma tale collegamento.

Massimiliano Dapporto

Candidato al Consiglio Provinciale di Ravenna

mercoledì 27 aprile 2011

25 APRILE: CI SI RICORDA ANCHE DEI MARTIRI DELLE FOIBE

Riteniamo che la festa per la liberazione dell’Italia del 25 Aprile sia una delle più nobili ricorrenze della nostra nazione, peccato che molti cerchino di strumentalizzarla.
Nella ricorrenza ufficiale allestita dal Comune di Faenza, abbiamo assistito, giustamente, al ricordo dei martiri delle foibe (cosa non frequente), ricordo purtroppo negli anni troppo sbiadito, ma che deve rendere giustizia a chi subito atrocità disumane.
Gli autori di tali atrocità hanno sempre dichiarato di farlo in nome di un alto ideale, ma tali atti, nulla avevano a che vedere con l’alto ideale dell’indipendenza italiana, ed il giudizio storico di questi personaggi li deve mettere, almeno, sullo stesso piano di chi ha compiuto crimini nazi-fascisti.
- Una certa sinistra pare ritenere che la festa del 25 aprile sia una festa di totale appartenenza di quella parte politica: errore, tutti gli italiani hanno partecipato alla liberazione dell’Italia.
- Alcuni partiti snobbano parte del festeggiamento ufficiale: errore, la festa è di tutti e deve unire i cittadini non dividerli.
Nelle celebrazioni si è ricordato più volte l’egoismo sociale che sempre più è protagonista della vita politica e sociale del nostro tempo; effettivamente riteniamo che tale fenomeno debba essere contrastato, e se è vero che a livello nazionale tale fenomeno viene maggiormente attuato da uno schieramento politico, a livello locale tale fenomeno viene attuato da un’altra parte politica.
La deriva economica e sociale nazionale la si può imputare tranquillamente a chi a governato negli ultimi anni, ma la stessa deriva economica e sociale che abbiamo nel nostro comune la si può tranquillamente imputare a chi ha governato negli ultimi anni.
Questo è il risultato del sistema elettorale maggioritario: occorre cambiare il sistema elettorale e ritornare al proporzionale, per superare fenomeni come quello dei ladri di Pisa, che di giorno litigavano furiosamente e di notte andavano a rubare insieme.
Per ritornare ad una effettiva unione del nostro paese ed una quanto più reale coesione nazionale occorre infine attuare politiche indirizzate a risolvere i reali problemi dei cittadini partendo dal basso, legiferando per creare reale vantaggio e beneficio per i cittadini e non per chi opera nei vari settori.

Massimiliano Dapporto

Coordinatore Comunale UDC Faenza

giovedì 21 aprile 2011

SERVE CAMBIO DI ROTTA PER IL MIC DI FAENZA

All’indomani del dibattito consiliare sul MIC, occorre fare qualche considerazione.
Dopo la relazione del Presidente Rivola, che ha illustrato le azioni e le difficoltà economiche in cui deve operare, dopo le lodi di rito da parte di alcuni esponenti del PD, il Consiglio Comunale non è riuscito a dare a mio avviso quegli indirizzi necessari a superare il momento di difficoltà attuale ed a proiettarsi in una prospettiva futura.
Nel mio intervento ho ribadito che gli ingentissimi investimenti di decenni devono essere giustificati nei confronti dei faentini. Per anni infatti si sono curati investimenti strutturali sovrabbondanti le esigenze, mentre non si è sufficientemente curata la promozione e la cura dell’immagine ed i risultati in termini di ritorno per la città sono stati scarsi.
Occorre oggi mettere in campo un nuovo progetto culturale fatto di azioni consequenziali all’interno di una direttiva in cui nulla sia lasciato al caso. Troppe volte si è operato in maniera slegata con azioni o promozioni occasionali senza un progetto complessivo ed organico di sviluppo culturale e turistico. Per troppi anni si sono usati male i denari pubblici nella gestione del MIC, a partire dalla struttura faraonica, tant’è che questa viene usata anche per cene e feste che, in assenza di altro, hanno ben poco da spartire con una corretta gestione di beni culturalmente preziosi. Si deve realizzare una nuova condizione di gestione che curi meno gli aspetti ludici e si occupi meglio della tutela del patrimonio artistico o della biblioteca in cui in caso di acquazzoni piove dentro ammalorando volumi ed opere: il tetto non si ripara perché non ci sono i soldi??? Occorre quindi partire da alcuni punti fermi con il blocco di nuovi investimenti strutturali e con la partenza di un nuovo progetto che curi gli aspetti culturali e turistici , valorizzando il patrimonio del MIC. A ciò poco, temo, servirà il connubio tra MIC e FAC, specialmente se quest’ultimo continuerà ad essere solo spese e chiacchiere.
Il MIC è una realtà troppo avulsa dalla vita e dalla conoscenza dei faentini, molti non sanno quasi nulla del Museo, tanti non sanno cosa vi sia dentro perché è fuori dai loro interessi diretti e se in una pubblicazione recente sui personaggi di interesse pubblico (i più noti di Faenza) non risulta esserci il presidente del MIC , la questione diventa inquietante. La nostra speranza è che finalmente si metta in moto un progetto di rilancio, confidiamo nell’esperienza maturata altrove dalla nuova Direttrice, Dr.ssa Casali affinché si realizzi finalmente una gestione più professionale e più pragmatica che sfoci in un nuovo corso per il MIC.
Tutto questo dire non è stato ancora una volta compreso dalle maestrine dalla penna rossa del PD, che ancora una volta con la presunzione di essere i depositari della cultura, hanno difeso le gestioni passate fatte di sprechi ed inefficienza: hanno perso un’altra occasione per tacere o per capire.

Bucci Gilberto

lunedì 18 aprile 2011

LASCITO SAMORINI DOV'E'?

Come noto, il defunto rag. Alberto Samorini scomparso nel 2003 ha disposto un lascito di oltre 1 milione 700 mila euro a favore della prestigiosa scuola comunale di musica, “Giuseppe Sarti” di Faenza. Risorse a specifica destinazione che invece di prendere la giusta direzione ed essere correttamente impiegate nella citata scuola, per opinabile scelta della giunta municipale hanno seguito altre strade. In particolare sono servite per finanziare una serie di progetti decisi in completa autonomia dal comune Manfredo, peraltro all’insaputa della dirigenza della scuola stessa, e in parte sono state utilizzate per far fronte a una causa di lavoro per ordine del tribunale di Ravenna. Un chiaro esempio di mala gestio delle risorse pubbliche, di mancato rispetto delle volontà testimoniali, se non, addirittura di vera e propria distrazione di fondi. Una questione molto seria e di eccezionale gravità che, in un’ottica di totale trasparenza, dovrebbe registrare la spontanea dichiarazione con tutti i dovuti chiarimenti dettagliati da parte degli amministratori comunali di allora che oggi si accingono a rivestire cariche istituzionali di primo piano all’interno dell’Amministrazione provinciale. Si tratta, insomma, di un atto dovuto alla comunità faentina il concreto atto di rendere conto in modo assolutamente trasparente ogni sviluppo legato al mancato rispetto del citato lascito vincolato alla scuola in oggetto. La questione, infatti, andrebbe affrontata su un piano etico e di opportunità politica, oltre a rappresentare un palese dovere da parte di chi amministra la cosa pubblica fornire adeguate spiegazioni ai cittadini al fine di fugare ogni ragionevole dubbio.


Gianfranco Spadoni

Candidato UDC Presidente della Provincia

martedì 5 aprile 2011

Candidati UDC per le provinciali del comprensorio faentino

Si è svolta la presentazione alla stampa dei candidati UDC per le prossime elezioni provinciali nel comprensorio faentino.

Nel collegio di Brisighella-Casola Valsenio-Riolo Terme sarà candidato Paolo Placci, nel collegio di Solarolo e Castel Bolognese Alessio Zannoni, a Faenza saranno presentati:
Collegio Faenza I: Davide Venturini Collegio Faenza II: Massimiliano Dapporto Collegio Faenza III: Patrizia Domenicali