sabato 19 novembre 2011

Il Liceo Ballardini rimanga a Faenza.

Il 7 luglio viene inviata dal Ministero dell’Istruzione 2011 ai Dirigenti Scolastici, una nota: «Gli istituti con meno di 500 alunni non saranno più sede di dirigenza scolastica».
Questa situazione interessa anche il Comune di Faenza e la Provincia di Ravenna, nella fattispecie parliamo del neo Liceo Artistico G. Ballardini di Faenza, infatti fino al 2010 la scuola era "Istituto Statale d'Arte per la Ceramica" specializzato nell’insegnamento della lavorazione della ceramica curando sia l’aspetto tecnico che quello artistico; poi, con la riforma della scuola, è divenuto Liceo Artistico sezione "Design", con specializzazione Ceramica.
Le possibilità in campo sono due:
- Accorpamento con il Liceo Torricelli di Faenza, che già comprende il Liceo Scientifico, il Liceo Classico, il Liceo Linguistico, ed il Liceo delle Scienze Umane;
- Accorpamento con il Liceo Artistico Nervi-Severini di Ravenna.
La provincia è il centro decisionale della questione, in quanto deciderà, si, la regione, ma su proposta della provincia.
La provincia ha convocato riunioni e chiesto i seguenti pareri:
- Dirigente Scolastico del Liceo Torricelli di Faenza: favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli;
- Consiglio d'istituto del Liceo Torricelli di Faenza: favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli;
- Consiglio d'istituto del Liceo Artistico Ballardini: favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli, possibilmente con la richiesta di applicarlo dal 2012/13 per meri motivi organizzativi, ma comunque favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli;
- Associazione ex-allievi dell’istituto Ballardini: favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli.
Manca ancora il parere del Comune di Faenza e della Provincia di Ravenna.
Riteniamo che la soluzione di buon senso e più vantaggiosa, per la scuola, per gli studenti che intendono frequentarla e per la città sia l’accorpamento al Liceo Torricelli di Faenza, diventando così il quinto ramo del polo liceale faentino.
Spieghiamo il perché di questa posizione.
L’Accorpamento al Liceo Torricelli di Faenza è preferibile per i seguenti motivi:
- La dirigenza scolastica rimarrebbe a Faenza, così come il consiglio d’istituto; rimarrebbe quindi a Faenza l’organo dirigente e l’organo di indirizzo della scuola e non verrebbe spostato a 40 km. di distanza, evitando, quindi tutte le difficoltà di gestione connesse;
- Le parti coinvolte, inoltre, hanno già espresso parere favorevole a questa soluzione;
- Questa scelta permetterebbe la creazione di un “quartiere liceale” a Faenza, essendo tutte le sedi del Liceo Torricelli geograficamente vicine e garantendo un’offerta formativa, ancora più completa, con la possibilità di integrare corsi di chimica dei materiali, già nel liceo scientifico, con i corsi per la lavorazione della ceramica e la possibilità di interazione di docenti;
- Questo darebbe maggior praticità per gli studenti e per il personale, che avrebbero facile accesso alla segreteria della scuola ed ai dirigenti scolastici, diversamente tutti, si dovrebbero spostare a Ravenna per compiere queste operazioni;
- La scuola potrebbe riprendere slancio, affiancando l’aspetto tecnico della lavorazione della ceramica a quello artistico, rinverdendo, quindi, quella tradizione che ha visto formare quelli che sono o sono stati i migliori dirigenti delle imprese ceramiche, ad esempio il polo ceramico sassuolese si è sviluppato sotto la spinta di molti dirigenti diplomati nell’istituto;
- Per l’Istituto Ballardini, l’accorpamento con il Liceo Nervi-Severini significa perdere quell’identità propria che ha ragione di essere, in una città di grande tradizione per la lavorazione della ceramica, quale è Faenza;
- Perdere l’Istituto Ballardini, significa per la città, perdere una scuola media superiore specifica nel suo genere, che è parte importante di quel patrimonio formativo, che ha caratterizzato Faenza, da quando è stata fondata la scuola;
- L’accorpamento con il Liceo Nervi-Severini di Ravenna comporterebbe per la città, la perdita del flusso di studenti fuori sede (molti probabilmente sceglierebbero altri istituti ed altri, col tempo, non graviterebbero più su Faenza), in un momento di aumento degli iscritti, dopo anni in cui il trend era in calo continuo; l’accorpamento con il Liceo Artistico di Ravenna, rappresenta, quindi per Faenza, anche una grave perdita economica, non solo culturale;
- Oggi gli studenti possono sfruttare la presenza del Museo Internazionale delle Ceramiche, che ha sede a Faenza, come momento formativo ed esempio di lavorazioni della ceramica.
- Ci sarebbe infine, il problema di dover ricollocare tutte le opere del Museo Interno dell’Istituto Ballardini, formato dai lavori creati dagli studenti, che poi sarebbero diventati artisti famosi.
La scelta di accorpare il Liceo Ballardini con il Liceo Torricelli, è la molla necessaria per mantenere e rinvigorire l’offerta formativa del liceo artistico con la specializzazione della lavorazione della ceramica ed i corsi di specializzazione post-diploma.
Infine, un’altra scelta possibile, potrebbe essere quella di rinviare la decisione di un anno, ma questa è una non-decisione che non elimina il problema, anzi lo sposta in avanti aggravandolo.
Al più presto, proporremo interpellanze atte a conoscere i reali intendimenti delle amministrazioni locali ed a sostenere la formazione del “quartiere liceale faentino”.
Ora, se le amministrazioni locali (Comune di Faenza e Provincia di Ravenna) hanno intenzione di far sì che la scuola, che da sempre ha insegnato la lavorazione della ceramica, coniugando l’aspetto artistico, con quello tecnico, debba lasciare Faenza, snaturandola dal suo luogo naturale, lo dicano chiaramente, altrimenti occorre dicano, senza mezzi termini, che l’unica strada da seguire è quella dell’aggregazione del Liceo Artistico Ballardini con il Liceo Torricelli di Faenza: a fine mese sapremo la scelta.

Il Coordinatore Comunale di Faenza
Massimiliano Dapporto

giovedì 10 novembre 2011

Organismi consultivi di quartiere: meccanismo sbagliato.

Si stanno insediando a Faenza i primi organismi consultivi di quartiere, eletti a seguito delle consultazioni svolte nella giornata di Domenica 23 Ottobre 2011. Pur approvando l’dea di istituire dei “veri” organi consultivi per i quartieri faentini, ritenendoli fucina di idee e di proposta per le varie aree della città, siamo stati contrari alla stesura definitiva dei regolamenti di funzionamento e di elezione dei rappresentanti, infatti, nessuna delle proposte dai noi presentate è stata accolta.
Il coinvolgimento dei cittadini per partecipare alle discussioni di quartiere, sbandierato con soddisfazione dall’amministrazione, la quale pubblicava fiera, il regolamento per il funzionamento di questi organismi, si è materializzato in un’affluenza di circa il 4% degli aventi diritto, tradotto: solo 4 persone su 100 sono state interessate a esprimere un’opinione.
Tutto questo è la prova lampante di come in seguito a regolamenti e metodologie sbagliate si sia ridotto la consultazione per eleggere i rappresentanti ad un appuntamento svuotato di ogni significato, per non dire altro.
Nel Quartiere Centro-Nord era presente l’unica lista in rappresentanza di un comitato realmente locale, parliamo del Comitato Nuovo Quartiere S. Rocco, ed ha ottenuto il risultato lusinghiero di circa il 30%, insediando 3 rappresentanti su 9; dimostrando che c’è bisogno di questi organismi e che devono avere una valenza territoriale, incentivando la reale partecipazione dei cittadini.
Ora però, c’è da chiedersi: Quale valore può avere, complessivamente, il parere espresso da organi eletti dal 4% dei cittadini aventi diritto?
Ed ancora: Cosa vorrà fare l’amministrazione per modificare un regolamento che si è dimostrato inefficace?
Noi siamo pronti al confronto, riproponendo quanto già avevamo evidenziato, in sede di contributo alla redazione del regolamento degli organi consultivi di quartiere.
Ad esempio noi chiedevamo:
- per una reale rappresentatività delle esigenze relative al quartiere, proporre una lista unica senza alcun simbolo, comprendente tutti i candidati;
- ogni candidato deve avere almeno 30 firme come alla presentazione della propria candidatura;
- favorire la partecipazione svolgendo le consultazioni elettorali il più possibile in prossimità temporale di altre elezioni o referendum;
- istituire un quorum minimo di partecipazione (20%) al di sotto del quale la consultazione per quel quartiere non viene ritenuta valida;
- elettorato passivo composto da tutti gli elettori delle elezioni comunali, oltre ai cittadini stranieri residenti nel comune da almeno 3 anni, muniti di permesso di soggiorno di lungo periodo.
Oltretutto occorre dare più forza agli organismi consultivi di quartiere, imponendo l’obbligo alla richiesta del parere dell’organismo, per la regolamentazione in materia di urbanistica, di viabilità e del territorio, quando le delibere hanno per oggetto argomenti relativi ad un determinato quartiere.
Tra l’altro, è bene sottolineare che, tali proposte erano condivise dalla maggioranza dei partecipanti al “Comitato di studio e proposte per la regolamentazione del nuovo decentramento”, comitato istituito dall’amministrazione comunale e composto da consiglieri di quartiere della scorsa legislatura, persone, quindi ben conoscitori del funzionamento e del ruolo dei quartieri.
Peccato poi, che l’amministrazione non abbia recepito quasi nulla delle proposte avanzate dal comitato di studio.
Forse, per taluna formazione politica, il reale scopo degli organismi consultivi di quartiere non è favorire la partecipazione dei cittadini, quanto forse la formazione di organismi assoggetti all’amministrazione comunale, utilizzandoli come fasullo mezzo di concertazione per scopi propagandistici o di appoggio a progetti calati dall’alto.
Se non si modificherà il regolamento è stato provato che tali organismi sono inutili e gli eletti, tranne rari casi, rappresentano solo se stessi.


Il Coordinatore Comunale UDC di Faenza

Massimiliano Dapporto




Il Presidente de "la Tua Faenza "

Claudio Valmori

lunedì 7 novembre 2011

Sanità: votiamo insieme, ma non siamo uguali.

E’ in discussione nel Consiglio di lunedì 7 novembre 2011 l’odg sulla sospensione del servizio di reperibilità notturna dei pediatri all’Ospedale per gli Infermi di Faenza. La condivisione della richiesta di ripristino immediato del servizio è per noi un fatto naturale dopo anni di battaglie inascoltate per la difesa dei servizi sanitari del nostro territorio messi da troppo tempo e da troppi atti in seria discussione. Questa non è altro che l’ultima azione fatta ai danni dei faentini che altra colpa non hanno, che quella di essere governati da un sistema, quello della sinistra, che ha fatto finta per anni di non vedere il progressivo depauperamento dei servizi sanitari sul territorio. Dopo avere accettato senza colpo ferire l’accorpamento a Ravenna della gestione della sanità, la sinistra ha sempre bollato come “allarmismi”o addirittura “terrorismo” o “speculazione politica” le nostre denunce contro le carenze ed i nostri interventi a difesa dei reparti poi accorpati a Ravenna; oggi sono qui a chiedere di condividere l’ennesimo odg , forse oramai inutile, pensando che tutti ormai abbiano dimenticato il numero di odg sul tema da noi proposti e da loro regolarmente respinti nel corso degli ultimi 15 anni. Le responsabilità di chi ha governato in questi anni sono gravissime: dall’asservimento fino alla giustificazione delle scelte negative per i servizi sanitari del faentino , gli episodi e gli esempi sono innumerevoli e costituiscono un monito pesante anche per il futuro delle classi politiche che governeranno la città.
Noi voteremo l’odg in discussione perché ora occorre salvare il salvabile dopo che per anni i servizi sono stati smontati pezzo per pezzo, ma le responsabilità non sono uguali. Noi voteremo insieme ma non siamo uguali.




GILBERTO BUCCI
Capogruppo LTF-UDC