sabato 19 novembre 2011

Il Liceo Ballardini rimanga a Faenza.

Il 7 luglio viene inviata dal Ministero dell’Istruzione 2011 ai Dirigenti Scolastici, una nota: «Gli istituti con meno di 500 alunni non saranno più sede di dirigenza scolastica».
Questa situazione interessa anche il Comune di Faenza e la Provincia di Ravenna, nella fattispecie parliamo del neo Liceo Artistico G. Ballardini di Faenza, infatti fino al 2010 la scuola era "Istituto Statale d'Arte per la Ceramica" specializzato nell’insegnamento della lavorazione della ceramica curando sia l’aspetto tecnico che quello artistico; poi, con la riforma della scuola, è divenuto Liceo Artistico sezione "Design", con specializzazione Ceramica.
Le possibilità in campo sono due:
- Accorpamento con il Liceo Torricelli di Faenza, che già comprende il Liceo Scientifico, il Liceo Classico, il Liceo Linguistico, ed il Liceo delle Scienze Umane;
- Accorpamento con il Liceo Artistico Nervi-Severini di Ravenna.
La provincia è il centro decisionale della questione, in quanto deciderà, si, la regione, ma su proposta della provincia.
La provincia ha convocato riunioni e chiesto i seguenti pareri:
- Dirigente Scolastico del Liceo Torricelli di Faenza: favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli;
- Consiglio d'istituto del Liceo Torricelli di Faenza: favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli;
- Consiglio d'istituto del Liceo Artistico Ballardini: favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli, possibilmente con la richiesta di applicarlo dal 2012/13 per meri motivi organizzativi, ma comunque favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli;
- Associazione ex-allievi dell’istituto Ballardini: favorevole all'accorpamento con il Liceo Torricelli.
Manca ancora il parere del Comune di Faenza e della Provincia di Ravenna.
Riteniamo che la soluzione di buon senso e più vantaggiosa, per la scuola, per gli studenti che intendono frequentarla e per la città sia l’accorpamento al Liceo Torricelli di Faenza, diventando così il quinto ramo del polo liceale faentino.
Spieghiamo il perché di questa posizione.
L’Accorpamento al Liceo Torricelli di Faenza è preferibile per i seguenti motivi:
- La dirigenza scolastica rimarrebbe a Faenza, così come il consiglio d’istituto; rimarrebbe quindi a Faenza l’organo dirigente e l’organo di indirizzo della scuola e non verrebbe spostato a 40 km. di distanza, evitando, quindi tutte le difficoltà di gestione connesse;
- Le parti coinvolte, inoltre, hanno già espresso parere favorevole a questa soluzione;
- Questa scelta permetterebbe la creazione di un “quartiere liceale” a Faenza, essendo tutte le sedi del Liceo Torricelli geograficamente vicine e garantendo un’offerta formativa, ancora più completa, con la possibilità di integrare corsi di chimica dei materiali, già nel liceo scientifico, con i corsi per la lavorazione della ceramica e la possibilità di interazione di docenti;
- Questo darebbe maggior praticità per gli studenti e per il personale, che avrebbero facile accesso alla segreteria della scuola ed ai dirigenti scolastici, diversamente tutti, si dovrebbero spostare a Ravenna per compiere queste operazioni;
- La scuola potrebbe riprendere slancio, affiancando l’aspetto tecnico della lavorazione della ceramica a quello artistico, rinverdendo, quindi, quella tradizione che ha visto formare quelli che sono o sono stati i migliori dirigenti delle imprese ceramiche, ad esempio il polo ceramico sassuolese si è sviluppato sotto la spinta di molti dirigenti diplomati nell’istituto;
- Per l’Istituto Ballardini, l’accorpamento con il Liceo Nervi-Severini significa perdere quell’identità propria che ha ragione di essere, in una città di grande tradizione per la lavorazione della ceramica, quale è Faenza;
- Perdere l’Istituto Ballardini, significa per la città, perdere una scuola media superiore specifica nel suo genere, che è parte importante di quel patrimonio formativo, che ha caratterizzato Faenza, da quando è stata fondata la scuola;
- L’accorpamento con il Liceo Nervi-Severini di Ravenna comporterebbe per la città, la perdita del flusso di studenti fuori sede (molti probabilmente sceglierebbero altri istituti ed altri, col tempo, non graviterebbero più su Faenza), in un momento di aumento degli iscritti, dopo anni in cui il trend era in calo continuo; l’accorpamento con il Liceo Artistico di Ravenna, rappresenta, quindi per Faenza, anche una grave perdita economica, non solo culturale;
- Oggi gli studenti possono sfruttare la presenza del Museo Internazionale delle Ceramiche, che ha sede a Faenza, come momento formativo ed esempio di lavorazioni della ceramica.
- Ci sarebbe infine, il problema di dover ricollocare tutte le opere del Museo Interno dell’Istituto Ballardini, formato dai lavori creati dagli studenti, che poi sarebbero diventati artisti famosi.
La scelta di accorpare il Liceo Ballardini con il Liceo Torricelli, è la molla necessaria per mantenere e rinvigorire l’offerta formativa del liceo artistico con la specializzazione della lavorazione della ceramica ed i corsi di specializzazione post-diploma.
Infine, un’altra scelta possibile, potrebbe essere quella di rinviare la decisione di un anno, ma questa è una non-decisione che non elimina il problema, anzi lo sposta in avanti aggravandolo.
Al più presto, proporremo interpellanze atte a conoscere i reali intendimenti delle amministrazioni locali ed a sostenere la formazione del “quartiere liceale faentino”.
Ora, se le amministrazioni locali (Comune di Faenza e Provincia di Ravenna) hanno intenzione di far sì che la scuola, che da sempre ha insegnato la lavorazione della ceramica, coniugando l’aspetto artistico, con quello tecnico, debba lasciare Faenza, snaturandola dal suo luogo naturale, lo dicano chiaramente, altrimenti occorre dicano, senza mezzi termini, che l’unica strada da seguire è quella dell’aggregazione del Liceo Artistico Ballardini con il Liceo Torricelli di Faenza: a fine mese sapremo la scelta.

Il Coordinatore Comunale di Faenza
Massimiliano Dapporto

giovedì 10 novembre 2011

Organismi consultivi di quartiere: meccanismo sbagliato.

Si stanno insediando a Faenza i primi organismi consultivi di quartiere, eletti a seguito delle consultazioni svolte nella giornata di Domenica 23 Ottobre 2011. Pur approvando l’dea di istituire dei “veri” organi consultivi per i quartieri faentini, ritenendoli fucina di idee e di proposta per le varie aree della città, siamo stati contrari alla stesura definitiva dei regolamenti di funzionamento e di elezione dei rappresentanti, infatti, nessuna delle proposte dai noi presentate è stata accolta.
Il coinvolgimento dei cittadini per partecipare alle discussioni di quartiere, sbandierato con soddisfazione dall’amministrazione, la quale pubblicava fiera, il regolamento per il funzionamento di questi organismi, si è materializzato in un’affluenza di circa il 4% degli aventi diritto, tradotto: solo 4 persone su 100 sono state interessate a esprimere un’opinione.
Tutto questo è la prova lampante di come in seguito a regolamenti e metodologie sbagliate si sia ridotto la consultazione per eleggere i rappresentanti ad un appuntamento svuotato di ogni significato, per non dire altro.
Nel Quartiere Centro-Nord era presente l’unica lista in rappresentanza di un comitato realmente locale, parliamo del Comitato Nuovo Quartiere S. Rocco, ed ha ottenuto il risultato lusinghiero di circa il 30%, insediando 3 rappresentanti su 9; dimostrando che c’è bisogno di questi organismi e che devono avere una valenza territoriale, incentivando la reale partecipazione dei cittadini.
Ora però, c’è da chiedersi: Quale valore può avere, complessivamente, il parere espresso da organi eletti dal 4% dei cittadini aventi diritto?
Ed ancora: Cosa vorrà fare l’amministrazione per modificare un regolamento che si è dimostrato inefficace?
Noi siamo pronti al confronto, riproponendo quanto già avevamo evidenziato, in sede di contributo alla redazione del regolamento degli organi consultivi di quartiere.
Ad esempio noi chiedevamo:
- per una reale rappresentatività delle esigenze relative al quartiere, proporre una lista unica senza alcun simbolo, comprendente tutti i candidati;
- ogni candidato deve avere almeno 30 firme come alla presentazione della propria candidatura;
- favorire la partecipazione svolgendo le consultazioni elettorali il più possibile in prossimità temporale di altre elezioni o referendum;
- istituire un quorum minimo di partecipazione (20%) al di sotto del quale la consultazione per quel quartiere non viene ritenuta valida;
- elettorato passivo composto da tutti gli elettori delle elezioni comunali, oltre ai cittadini stranieri residenti nel comune da almeno 3 anni, muniti di permesso di soggiorno di lungo periodo.
Oltretutto occorre dare più forza agli organismi consultivi di quartiere, imponendo l’obbligo alla richiesta del parere dell’organismo, per la regolamentazione in materia di urbanistica, di viabilità e del territorio, quando le delibere hanno per oggetto argomenti relativi ad un determinato quartiere.
Tra l’altro, è bene sottolineare che, tali proposte erano condivise dalla maggioranza dei partecipanti al “Comitato di studio e proposte per la regolamentazione del nuovo decentramento”, comitato istituito dall’amministrazione comunale e composto da consiglieri di quartiere della scorsa legislatura, persone, quindi ben conoscitori del funzionamento e del ruolo dei quartieri.
Peccato poi, che l’amministrazione non abbia recepito quasi nulla delle proposte avanzate dal comitato di studio.
Forse, per taluna formazione politica, il reale scopo degli organismi consultivi di quartiere non è favorire la partecipazione dei cittadini, quanto forse la formazione di organismi assoggetti all’amministrazione comunale, utilizzandoli come fasullo mezzo di concertazione per scopi propagandistici o di appoggio a progetti calati dall’alto.
Se non si modificherà il regolamento è stato provato che tali organismi sono inutili e gli eletti, tranne rari casi, rappresentano solo se stessi.


Il Coordinatore Comunale UDC di Faenza

Massimiliano Dapporto




Il Presidente de "la Tua Faenza "

Claudio Valmori

lunedì 7 novembre 2011

Sanità: votiamo insieme, ma non siamo uguali.

E’ in discussione nel Consiglio di lunedì 7 novembre 2011 l’odg sulla sospensione del servizio di reperibilità notturna dei pediatri all’Ospedale per gli Infermi di Faenza. La condivisione della richiesta di ripristino immediato del servizio è per noi un fatto naturale dopo anni di battaglie inascoltate per la difesa dei servizi sanitari del nostro territorio messi da troppo tempo e da troppi atti in seria discussione. Questa non è altro che l’ultima azione fatta ai danni dei faentini che altra colpa non hanno, che quella di essere governati da un sistema, quello della sinistra, che ha fatto finta per anni di non vedere il progressivo depauperamento dei servizi sanitari sul territorio. Dopo avere accettato senza colpo ferire l’accorpamento a Ravenna della gestione della sanità, la sinistra ha sempre bollato come “allarmismi”o addirittura “terrorismo” o “speculazione politica” le nostre denunce contro le carenze ed i nostri interventi a difesa dei reparti poi accorpati a Ravenna; oggi sono qui a chiedere di condividere l’ennesimo odg , forse oramai inutile, pensando che tutti ormai abbiano dimenticato il numero di odg sul tema da noi proposti e da loro regolarmente respinti nel corso degli ultimi 15 anni. Le responsabilità di chi ha governato in questi anni sono gravissime: dall’asservimento fino alla giustificazione delle scelte negative per i servizi sanitari del faentino , gli episodi e gli esempi sono innumerevoli e costituiscono un monito pesante anche per il futuro delle classi politiche che governeranno la città.
Noi voteremo l’odg in discussione perché ora occorre salvare il salvabile dopo che per anni i servizi sono stati smontati pezzo per pezzo, ma le responsabilità non sono uguali. Noi voteremo insieme ma non siamo uguali.




GILBERTO BUCCI
Capogruppo LTF-UDC

venerdì 21 ottobre 2011

Sanità: cronaca di una fine annunciata

Nulla di nuovo per noi sotto il sole in questa ultima vicenda che vede coinvolto ancora una volta il disimpegno della gestione ravennate della sanità riguardo ai servizi sul territorio faentino.
Paghiamo un carissimo prezzo perché la sinistra ha accettato, senza opporre un minimo di resistenza, l’aggregazione dell’ASL n. 37 in un’unica ASL provinciale, mentre altre città limitrofe come Forlì, Cesena, Imola hanno programmato la realizzazione di nuove strutture all’avanguardia, a Faenza è stato solo tolto in servizi, reparti, prestazioni e soprattutto prospettive.
Quello di Faenza era un ospedale fra i primi in Romagna, ora vediamo l’attività ridotta in molti casi ad ambulatoriale, abbiamo ascoltato promesse ripetute nel tempo che non hanno mai avuto una conseguenza pratica: è al di là da venire la realizzazione dell’ala est e la ristrutturazione del Pronto Soccorso con una prospettiva pratica che va visibilmente verso l’ampliamento della lungodegenza, con attività di scarsa specializzazione negli altri reparti.
Oggi la politica, specialmente coloro che hanno governato Faenza da vent’anni, deve interrogarsi sulle proprie colpe, le proprie inadempienze, sulla volontà sempre espressa e mai messa in atto di cambiare realmente le cose: siamo in una deriva che deve essere fermata.


Non bastano certo le parole del Sindaco o un documentino fatto dal Consiglio Comunale utile solo a tacitare qualche coscienza e dagli effetti pratici inconsistenti, occorre un impegno preciso ed inequivocabile per far sì che la nostra città abbia un ruolo decisivo nella programmazione sanitaria per quello che riguarda la prospettiva del nosocomio faentino indispensabile non solo al comprensorio, ma anche a quella parte di Toscana che gravita inevitabilmente sulla Romagna.
Sono cose dette e ridette ed inascoltate. Con la vicenda Pediatria cominciamo a vedere gli effetti della ottusa sordità della sinistra in tema di sanità.


Gilberto Bucci
Capogruppo Consiliare “La Tua Faenza-UDC”

lunedì 10 ottobre 2011

Cattolici: Non rifaremo la Dc, ma qualcosa di nuovo

(ANSA) - ROMA, 9 OTT - 'Il Papa ha ribadito la necessita' di un impegno dei cattolici per salvare l'Italia e l'auspicio che una nuova generazione entri in politica. Eppure, leggendo i giornali si avverte un misto di inquietudine e di paura, come se essere democratici cristiani sia una colpa da emendare. E' bene che tutti si tranquillizzino: nessuno puo' o vuole rifare la DC o ricostruire steccati fra credenti e non'. E' quanto scrive il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini sul suo blog.
'Dopo il fallimento di troppe ricette di questi anni - Spiega Casini - tutti, nel PD come nel PDL, sentono che c'e' bisogno di qualcosa di nuovo che recuperi forti valori e ricette per la crescita, a partire dalle politiche per la famiglia.
Affermiamo con orgoglio che questo non e' un peccato, ma una grande occasione per tanti di riscoprire la politica con la 'P' maiuscola. Per questo non saranno le minacce a farci deflettere', conclude il leader centrista. (ANSA).





Pier Ferdinando Casini

Unione di Centro

martedì 20 settembre 2011

Terre Naldi: Termine della farsa?

Nella seduta del 19.09.2011, il Consiglio Comunale di Faenza ha dibattuto sulle comunicazioni del Sindaco circa l’intenzione di glissare sul buco di 740.000 € della gestione della società Terre Naldi partecipata al 97% dal Comune di Faenza. Salvare la cricca che ha creato il buco è stato il leitmotiv di Malpezzi e della sua Giunta: troppa la vicinanza politica con la precedente amministrazione comunale e stretta la conoscenza personale con gli amministratori, pesa anche l’approvazione del bilancio 2009 oggi sotto esame dalla Corte dei Conti avvenuta in Giunta a suo tempo da questa amministrazione. Malpezzi si è preso in maniera stolta la responsabilità di soprassedere all’accertamento della verità: bastava fare quello che in vece sua ha fatto il PDL, vale a dire un esposto alla Corte dei Conti perché chi ne ha titolarità facesse il proprio mestiere; il Sindaco risulta inadempiente politicamente prima di tutto di fronte ai cittadini, poi come amministratore circa la propria responsabilità di controllo in qualità di azionista di maggioranza che ha disposto un ripiano di 740.000 € con soldi pubblici. Una decisione irricevibile che dimostra ancora una volta l’efficienza del “soccorso rosso” evidenziatosi ancora una volta con gli eufemismi ed i paradossi del capogruppo PD che nel suo intervento ha addirittura lodato gli amministratori del “buco”! Meglio perdere la faccia che ammettere le proprie responsabilità! Una brutta pagina che dimostra ancora una volta l’impossibilità della sinistra di fare essa stessa ciò che chiede agli altri: chiarezza e trasparenza sono antitetiche al sistema di potere che governa da troppo tempo ed abituato ad autoassolversi. In questa condizione è finita la spinta al cambiamento vagheggiata ed in realtà mai attuata da Malpezzi: buona per la grancassa delle elezioni, ma non per governare con gli ex PCI.

Gilberto Bucci
Capogruppo Consiliare “La tua Faenza-UDC”

sabato 10 settembre 2011

Sabbia a palate su Terre Naldi

Dopo tanto penare aspettare e discutere qual è la decisione che con indomito coraggio e sprezzo del pericolo la Giunta Malpezzi ha preso in merito alla vicenda del “buco “ di 740.000,00€
dovuto alla gestione della società Terre Naldi? Non fare nulla! Va bene così! E purtroppo non è uno scherzo: i faentini che hanno eletto questa giunta e questo sindaco sappiano che nella gestione dei beni comunali si possono fare quasi tutto, tanto non succede nulla! La relazione del sindaco consegnata ai capigruppo è un patetico arrampicarsi sugli specchi per addivenire alla scontata conclusione che non va bene rivalersi perché in una causa ci sono dei rischi…. Qual è la lezione che viene da un atteggiamento siffatto? Che probabilmente la famosa spinta innovativa di Malpezzi è già finita e da “rivoluzionario trasparente ed innovativo” dell’amministrare la cosa pubblica è diventato, in poco più di un anno, un pallido esecutore dei voleri del “sistema” che l’ha oramai assimilato. E’inaccettabile questo intendimento per alcuni motivi molto semplici: il primo, evidentemente non capito da Malpezzi, è che la politica esula di molto da calcoli ragionieristici e che è preciso dovere di un bravo amministratore fare assoluta chiarezza sulle vicende come quella in oggetto che hanno portato i faentini a pagare 740.000,00€ che potevano essere destinati a servizi o manutenzioni, per una gestione fortemente discutibile di un bene pubblico come l’azienda Naldi, attraverso la società Terre Naldi. Ricordo a tutti che una indagine da noi svolta aveva dato ben altre risultanze: tutto bellamente ignorato in nome di una volontà del sistema da sempre visibile tra le righe di ammucchiare ed insabbiare tutto. Noi non ci stiamo!

Gilberto Bucci
Capogruppo LTF-UDC

giovedì 1 settembre 2011

Interpellanza: quale futuro per il PalaMokador?

Sig. Sindaco,
ad oggi è scaduta la convenzione con l’ASD Basket 95 Faenza per la gestione del PalaMokador, di gran lunga la struttura sportiva più importante della città. Da tempo si sapeva di tale scadenza e ci si è ridotti al 6 luglio di quest’anno, cioè meno di 60 giorni dalla scadenza, ad emettere un bando per la nuova gestione quadriennale dell’impianto. I tempi sono sicuramente stretti, per chi, entro il 5 agosto, doveva formulare una proposta completa per la gestione, certamente complessa, di una tale struttura su di un quadriennio per una cifra di base d’asta di 476.000 €, cifra per altro probabilmente giudicata insufficiente, visto che il bando è andato deserto. Occorreva più tempo, la mancata partecipazione al bando è la naturale conseguenza di una gestione approssimativa, in cui si fatica a comprendere una strategia razionale ed una corretta programmazione, volta al miglior utilizzo possibile dell’impianto. Avendo l’amministrazione comunicato che si procederà, ora, mediante trattativa privata, interrogo pertanto l’Amministrazione Comunale per conoscere lo stato delle trattative (se ve ne sono), per addivenire ad un accordo che permetta alla città di potere fruire dell’impianto sportivo più importante a disposizione.
Gilberto Bucci
Capogruppo LTF-UDC

martedì 30 agosto 2011

Sanità: La Regione Emilia Romagna invita a non sposarsi.

A seguito delle recenti riforme la Regione Emilia-Romagna è intervenuta sui ticket per le prestazioni sanitarie, il governo regionale targato PD non ha perso l’occasione per ostacolare la formazione della famiglia.
Spieghiamo perché: naturalmente trattiamo di uno degli argomenti socialmente più importante ed in cui il ruolo della politica si evidenzia maggiormente, sia in fatto positivo che in fatto negativo; ebbene a seguito della recente manovra del governo nazionale c’è stata l’introduzione dei nuovi ticket sanitari che sono stati rimodulati ed interpretati dal governo della Regione Emilia-Romagna.
Ora, le somme da pagare vengono stabilite in base a fasce di reddito e cioè chi ha un reddito maggiore dovrà pagare somme maggiori per l’acquisto di farmaci e fin qui nulla da eccepire, ma il vero problema nasce da una piccola frase che indirizza tutto l’impianto della norma: “a carico di assistiti appartenenti a nucleo familiare con reddito complessivo……” e quindi calcolate sul reddito lordo complessivo del nucleo familiare.
Questa frase indica il metodo di calcolo del pagamento del ticket sulla farmaceutica e sta a significare, in parole povere, che chi è sposato avrà un reddito sul quale calcolare il pagamento del ticket sulla farmaceutica composto dalla somma del reddito dei 2 coniugi, invece chi convive oppure è separato avrà un reddito sul quale calcolare il pagamento del ticket sulla farmaceutica composto solo dal reddito di un singolo componente e quindi più basso.
Naturalmente non si vuole indirizzare gli stili di vita stabilendo che bisogna sposarsi oppure no, si vuole solo evidenziare che una coppia di persone sposate è svantaggiata rispetto ad una coppia di persone conviventi, ma non sposate.
Conclusione della storia: ora in Emilia-Romagna chi è sposato paga di più i prodotti farmaceutici.
A Faenza abbiamo (dati reperiti dall’ufficio statistica del Comune) 49.223 residenti maggiorenni, di questi 27.045 sono sposati, ma attenzione, in questa cifra sono compresi anche coloro i quali sono separati di fatto o legalmente od in attesa della sentenza di divorzio, quindi il 54,93% della popolazione adulta è sposata (in realtà è molto meno per i motivi sopra esposti), quindi il partito di governo della regione ci dica cosa vuole fare: ritiene importante incentivare la formazione di nuclei familiari o preferisce sostenere i single e le convivenze?
Naturalmente non si vuole discriminare nessuno, ci sembra comunque naturale dare un piccolo aiuto a chi, sposandosi assume impegni in prima persona e sicuramente con l’interpretazione del ticket dell’Emilia-Romagna non si va in questa direzione.

Il Coordinatore Comunale di Faenza
Massimiliano Dapporto

mercoledì 24 agosto 2011

POLLINA ED INCENERITORI? NO, GRAZIE!

Da un articolo apparso su “Il Resto del Carlino” del 22.08.2011, in cronaca di Ravenna, appare in via di realizzazione il progetto per l’istallazione presso la ditta Tampieri di un inceneritore alimentato a pollina.
Tutti in città conoscono bene l’impatto ambientale derivato dall’attività di questa ed altre ditte similari, con emissioni inquinanti e maleodoranti portatrici, se non altro, di un forte disagio tra la popolazione sfociato in forti e motivate proteste nei confronti dell’Amministrazione Comunale. Il proporre l’inizio di un’attività del genere con materiale che produce emanazioni fortemente puzzolenti, di difficile trattamento, gestione e stoccaggio, è sicuramente fonte di ulteriori preoccupazioni per una condizione che evidentemente non si vuole e riesce a migliorare. L’obiettivo dell’azienda in questione e dell’Amministrazione Comunale deve essere quello di limitare le emissioni inquinanti ed il disagio sociale che ne deriva, non di produrne o consentirne altre dall’effetto sicuramente negativo per la qualità della vita nell’area nord della città e non solo.

Gilberto Bucci
Capogruppo Consiliare “La tua Faenza-UDC”

mercoledì 10 agosto 2011

LE “PRIORITA’ SECONDARIE”

Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale ho svolto un’interpellanza circa la situazione relativa alla realizzazione della pista ciclabile di via Ravegnana. Il lungo rettilineo e gli scarsi controlli fanno sì che vi siano in quel luogo veicoli che procedono a velocità considerevole pur essendo in una zona densamente abitata. La vicinanza della scuola, la presenza di nuove grandi urbanizzazioni rendono indispensabile ed urgente la realizzazione di una pista ciclabile almeno fino a via Mattarello per evitare i pericoli ai ciclisti derivati da una circolazione di mezzi intensa e spesso indisciplinata.
La risposta del Sindaco attuale in campagna elettorale fu possibilista con un impegno prioritario alla realizzazione, poi inesorabilmente la questione è passata in secondo piano. Alle giuste sollecitazioni, che da decenni oramai partono dai cittadini della zona, gli amministratori hanno sempre risposto in maniera evasiva, speravano in molti che la nuova Amministrazione avesse cambiato registro: nulla di tutto ciò, tutto come prima e più di prima! Infatti mentre è partito il cantiere per la pista ciclabile che porta a Granarolo lungo il canale naviglio Zanelli, la realizzazione della pista ciclabile di Via Ravegnana (parole dell’Assessore Zivieri nella risposta alla mia interpellanza) verrà posticipata per l’ennesima volta, si dice di poco, ma è un vecchio film già visto troppe volte. Vi è un obiettivo disinteresse per il destino dell’area in questione vessata da inquinamento ambientale; è di pochi mesi fa la presentazione di una petizione in merito sottoscritta da un migliaio di cittadini; da una viabilità approssimativa e pericolosa, l’illuminazione pubblica poi risale all’immediato dopoguerra (anni ‘50, più che vintage …), sembra che l’area interessi alle amministrazioni solo quando è ora di farvi piombare industrie ceramiche al posto dei parcheggi!

Allora chiedo chiarezza: si diano date certe, si smetta di tergiversare e di illudere i cittadini, si realizzino le opere promesse e da troppo tempo indifferibili per la sicurezza dei cittadini.

Gilberto Bucci
Capogruppo Consiliare “La tua Faenza-UDC”

sabato 23 luglio 2011

Crisi prezzi ortofrutta

Il gruppo LTF-UDC presenta un o.d.g. da sottoporre all’attenzione del Consiglio Comunale, relativo alla gravissima situazione del settore agricolo faentino dentro le spire dell’ennesima crisi dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli. Le ragioni del ripetersi di questa condizione sta nella posizione dominante della GDO sul settore alimentare compresa l’ortofrutta. La situazione è estremamente complessa con migliaia di venditori di prodotti ortofrutticoli e pochi acquirenti organizzati in grado di determinare il prezzo per i fornitori e quello per i consumatori magari decuplicato sullo stesso articolo. L’Autorità per la libera concorrenza dovrebbe, a mio avviso, intervenire per chiudere una condizione inaccettabile che prospetta un eccessivo arricchimento speculativo pur in una filiera cortissima.

Ad aggravare il tutto si è pure verificata una crisi sanitaria dovuta ad un’infezione di E.coli, in Germania ed in Francia gettando un ingiustificato allarme per tutta l’ortofrutta: ad oggi sappiamo che era dovuta ad una contaminazione di un substrato proveniente dall’Egitto. Questa condizione si ripeterà sempre più spesso se i nostri frutticoltori saranno costretti ad espiantare i frutteti e le forniture verranno da paesi in cui le regole sanitarie della produzione sono abbastanza aleatorie e comunque poco rispettate: ovviamente anche questo per responsabilità della GDO cui interessa poco la provenienza e molto la convenienza. Sono stato con Coldiretti ad un presidio presso un supermercato; il report è stato desolante: albicocche francesi di scarsa qualità, frutta alla rinfusa ad un prezzo decuplicato rispetto a quello corrisposto ai produttori, di bassa qualità e con frutti di scarto mischiati alla prima selezione.

Non aiuta l’assenza del Governo Nazionale ai tavoli europei, la situazione è gravissima ed urgono interventi coordinati ed efficaci per ristrutturare l’offerta e soprattutto per un accordo tra produttori e GDO per arrivare ad una prevalenza di prodotto italiano garantito sugli scaffali e per una giusta remunerazione dei produttori agricoli oggi in condizione di non potere proseguire l’attività, causa il prezzo del prodotto abbondantemente al di sotto dei costi di produzione. Il Consiglio Comunale deve far sentire fattivamente la propria vicinanza ai produttori in un momento di grave difficoltà.

Gilberto Bucci
Capogruppo Consiliare “La tua Faenza-UDC”

giovedì 21 luglio 2011

Interpellanza pista ciclabile di Via Ravegnana

Sembrava arrivata a una svolta definitiva. In realtà mentre stanno partendo i lavori per la pista ciclabile sul Naviglio tra Granarolo e Faenza, nulla si sa dello stato di avanzamento dell'appalto, del destino del finanziamento messo a bilancio, delle pratiche relative alla pista ciclabile di Via Ravegnana e dell'eventuale accordo con le Ferrovie per il superamento del passaggio a livello.
Vista l'inderogabilità della realizzazione dell'opera in oggetto per obiettive ragioni di sicurezza, interrogo l'amministrazione comunale per conoscere lo stato dell'arte e la tempistica per la realizzazione di un'opera già troppe volte promessa e troppe volte rinviata.

Gilberto Bucci
Capogruppo LTF-UDC in Consiglio Comunale

sabato 2 luglio 2011

SANITA’ FAENTINA: SARA’ LA VOLTA BUONA?

E’ ormai da anni che sosteniamo l’esigenza di una riqualificazione della sanità faentina ed è ormai da anni che sentiamo parlare di razionalizzazione ed alla fine abbiamo capito che razionalizzazione significava tagli.
Tutto questo si è svolto durante i vari mandati dell’ex sindaco Casadio, attuale Presidente della Provincia; ora ci chiediamo: Se durante oltre 10 anni in cui l’allora sindaco Casadio poteva e doveva sostenere la sanità Faentina e del comprensorio, ma non l’ha mai fatto realmente, perché mai dovrebbe farlo ora da Presidente della Provincia? Oppure, l’occasione unica di cui qualcuno parla, si riferisce al fatto che un Presidente di Provincia proveniente da un territorio deve privilegiare soprattutto lo sviluppo di quel territorio particolare?
Chiediamo quindi al PD: è da considerare giusta la posizione dell’attuale Sindaco di Faenza che sembra porre condizioni all’ASL, o quella del vecchio Sindaco che mai ha osato intervenire nell’operato dell’ASL?
L’occasione unica, se di occasione si tratta e se si materializzerà realmente si è creata solo ed unicamente per il malessere dei cittadini, creato da gravi e reali disservizi, malessere peraltro, che noi abbiamo sempre rappresentato in tutte le sedi e ormai da parecchi anni: ricordo le nostre sollecitazioni nelle ultime campagne elettorali, i numerosissimi interventi proposti dai nostri rappresentanti negli organi amministrativi, i Consigli Comunali gremiti di cittadini, le promesse mai mantenute; e solo ora ci si ricorda di queste esigenze…..
Occorre una reale compartecipazione dei sindaci del territorio nelle scelte dell’Azienda USL, a Faenza occorre in primis potenziare fortemente il reparto di Pediatria ed il reparto di Neurologia dell’Ospedale Faentino, costruire la tanto decantata Ala Est nello stesso Ospedale, ristrutturare il Pronto Soccorso.
Abbiamo aspettato troppo, abbiamo sempre chiesto i fatti, saremo lieti se ciò avvenisse realmente, anche se con un irresponsabile ritardo.

Il Coordinatore Comunale di Faenza
Massimiliano Dapporto

lunedì 30 maggio 2011

Ici e Piano Strutturale Comprensoriale Associato

L’ultima trovata per fare “cassa”della giunta faentina è quella di dare un valore fittizio ai terreni agricoli inseriti nel PSC per tassarli. Premesso che su circa 200 ettari di previsione non mi risulta, ad oggi, sia avvenuta alcuna trasformazione, va evidenziata la prepotente scorrettezza di chi nei numerosi incontri avuti in fase di redazione del PSC, ha affermato e sottoscritto che “ il PSC non aveva e non ha alcuna rilevanza fiscale” in quanto mero strumento programmatore dell’ assetto del territorio. Quali effetti potrà avere un tale scellerato intendimento e quali saranno i cittadini più colpiti dal provvedimento? Sicuramente una categoria a rischio sono i pensionati ex coltivatori diretti che , pur mantenendone la proprietà, hanno affittato il terreno magari ai figli per agevolarne il difficile subentro ed il ricambio generazionale. Si troveranno questi a corrispondere al Comune una cifra variabile dai 700 ai 1500 € circa l’anno ad ettaro in base alla futura ed ipotetica destinazione d’uso del terreno nell’ambito del PSC. Considerato che per l’affitto medio agricolo si percepiscono dai 500 ai 700 € per ha,è facile capire l’entità della insulsa ed esosa gabella proposta dal Sindaco e dalla sua Giunta. Si va a colpire una categoria di persone che percepisce pensioni ridicole ed un settore già pesantemente in crisi per altri fattori. Vi sono quindi nella delibera in discussione lunedì 30 maggio 2011 in Consiglio Comunale vizi ed incongruenze sostanziali : il primo è che nessuna area del PSC è stata trasformata a destinazione definitiva con scheda dedicata ,in assenza oltretutto di POC e RUE che diano assetto definitivo al territorio è pura fantasia apporre valori economici al territorio stesso. La seconda è la mancata concertazione con le associazioni di categoria che hanno promesso valanghe di ricorsi, in quanto la delibera risulta scorretta ed iniqua. Tenendo conto della crisi attuale è possibile oltretutto che molti terreni rimangano inutilizzati per molti anni con i proprietari costretti a “ricomprare” dal comune i terreni già di loro proprietà. La giunta afferma che vi è una sentenza della Corte dei Conti che permetterebbe tutto ciò, ma in caso venisse emessa una sentenza contraria quale sarebbe la fine di tutto quest’impianto già traballante di suo? A seguito poi della mancata illustrazione della delibera in commissione e della votazione al buio proposta in maniera anomala, è opportuno un ripensamento ed il ritiro della delibera stessa per altri approfondimenti e per la concertazione con le forze sindacali del settore, mai avvenuta.


Gilberto Bucci
Capogruppo LTF-UDC

mercoledì 25 maggio 2011

Il FAC nel MIC: un altro flop

Dopo la conclusione del Fac 2011, si ripropongono tal quali le riflessioni relative al Fac 2010. A parte le solite arrampicate sugli specchi dei fautori e dell’assessore Isola volte a giustificare l’ingiustificabile, va aperto un ragionamento serio sulla reale portata della manifestazione in ambito faentino. Il disinteresse è stato quasi totale e, nonostante le giuste aperture al mondo scolastico, al mondo culturale ed artistico faentino ed al coinvolgimento del Museo delle ceramiche, molti eventi si sono svolti in una desolante solitudine, segnalando ancora una volta la scarsa utilità dell’intera manifestazione. Cosa è rimasto a Faenza di tanto lavorio? Praticamente nulla: le foto impietose che circolano nel web dimostrano il vuoto della città attorno al Fac: gli eruditi discorsi dei critici in toccata e fuga sono stati ascoltati da platee minimali e la stessa rassegna stampa prodotta risulta essere molto ridotta. Potrei soffermarmi sul cinema Sarti vuoto o sul TIR che bloccava il traffico in Corso Baccarini desolatamente vuoto o visitato da pochi increduli, ma mi interessa capire il motivo vero per cui si debba investire su ciò che è tutti gli anni sempre più autoreferenziale e pressoché avulso dalla vita della nostra città, in quanto anche gli eventi collaterali non sono stati certamente un successo. I risvolti turistici sono stati minimi: gli alberghi contattati a Faenza avevano ancora ampi spazi a disposizione, da altre città abbiamo l’impressione che non si sia assolutamente mosso nessuno. Una riflessione si impone specialmente quando per risparmiare si tagliano i servizi ai disabili.

martedì 17 maggio 2011

PD e PDL perdono elettori, la Lega pure

Soddisfazione per l’esito del voto nel comune di Faenza per la lista UDC a sostegno di Gianfranco Spadoni, infatti rispetto alle scorse competizioni elettorali la nostra lista ha ottenuto un aumento delle percentuali passando da un 3,65% delle regionali ad un 4,94%, mantenendo il numero assoluto di elettori, segno questo della proposta politica buona e coerente che l’UDC sta perseguendo.
Occorre ammettere ancora una volta come anche a Faenza i due contenitori PD e PDL continuino a soffrire pesantemente, infatti l’emorragia di voti è stata enorme, un piccolo dato:
il PD rispetto al 2010 ha portato alle urne ben 4.000 elettori in meno
Il PDL rispetto al 2010 ha perso 2.000 elettori rispetto alle comunali e ben 3.500 rispetto alle regionali, risultato: abbiamo circa 7.500 faentini che hanno preferito non scegliere più né il PD né il PDL.
La Lega Nord (1.500 voti in meno rispetto alle regionali e 1.000 voti in meno rispetto alle comunali) non ha fatto nulla di eccezionale, ha solo perso meno del PDL, mentre le forze di sinistra hanno avuto un sensibile aumento (Rifondazione + SEL 1.900 voti con circa il 9%).
L’ennesima deriva verso le ali estreme delle coalizioni e soprattutto verso la sinistra radicale deve far riflettere, noi lo stiamo dicendo da anni: o continuiamo a lasciare in mano le amministrazioni locali a chi, pur professandosi a tutela dei cittadini, in realtà tutela solo se stesso ed i suoi amici ed in realtà governa grazie agli scarsi contenuti delle maggiori forze di opposizione o riuniamo e coinvolgiamo le persone che si trovano per errore nei due contenitori per dare una reale svolta ai nostri territori.

Il Coordinatore Comunale UDC di Faenza
Massimiliano Dapporto

sabato 30 aprile 2011

A Faenza e dintorni servono le infrastrutture: dov'è la circonvallazione Nord-Est?

Le amministrazioni locali hanno dimenticato Faenza.
Faenza è rimasta ai collegamenti stradali degli anni ’70, peccato che il traffico e le esigenze siano cambiate, e parecchio, in questi 40 anni.
Se, quando fu costruita, la circonvallazione faentina era considerata un’opera all’avanguardia, ora Faenza è il fanalino di coda nei collegamenti della provincia, forse le amministrazioni passate hanno immaginato che le esigenze non si modificassero.
La zona di Faenza è un punto nodale per i collegamenti stradali nella provincia di Ravenna, difatti per chi arriva dai paesi collinari, vedi Brisighella, Modigliana e tutti gli altri, passa per Faenza, sia per raggiungere la zona di Imola, sia per raggiungere la zona di Forlì, che naturalmente Ravenna e tutta la bassa romagna, purtroppo però nella zona di Faenza i collegamenti sono assai deficitari, vediamoli nel dettaglio:
- chi viene dalla collina e deve andare verso Imola, ha 2 scelte: o percorre la Via Emilia, o utilizza l’autostrada purtroppo però la Via Emilia è una strada lenta, stretta e pericolosa, con il traffico di oggi, mentre per raggiungere l’autostrada occorre attraversare tutta la città di Faenza e diventa disagevole, occorre, quindi predisporre un collegamento alternativo tra la Via Emilia e l’autostrada, che permetta di collegare rapidamente la città di Faenza con quella di Imola, risolvendo così anche l’ormai annoso problema del traffico pesante a Castel Bolognese;
- chi invece provenendo dalla collina si deve recare in direzione Forlì, ha sicuramente meno problemi, in quanto può utilizzare la circonvallazione, per poi imboccare la Via Emilia, che anche in questo lato è una strada non sufficiente, ma con qualche problematica in meno rispetto al tratto di Ponente (questo è il collegamento meno critico);
- chi proviene da Ravenna deve sperare di non andare verso Forlì, perché in quella direzione mancano del tutto i collegamenti;
- chi viene da Forlì poi non può andare in direzione Ravenna senza passare dal centro della città, oppure facendo un percorso vizioso e malconsigliato (girando attorno a tutta la città), inoltre è stato previsto lo sviluppo industriale della città di Faenza in direzione Autostrada/Solarolo ed anche qui, chi viene da Forlì può raggiungere questa zona solo transitando in centro a Faenza.
- infine, non dimentichiamo il faentino che, residente in borgo compie il percorso casa-lavoro verso la zona industriale: deve transitare per forza dal cavalcaferrovia, congestionando tutto il tratto di Viale IV Novembre, Viale delle Ceramiche, fino oltre alla rotatoria del ponte delle Grazie.
E’ simpatico pensare come la piazza e le zone adiacenti siano sempre meno frequentate dalle persone, mentre le strade del centro faentino siano sempre più congestionate dal traffico, peraltro di veicoli di passaggio.
Ne consegue che, per risolvere il maggiore dei problemi, sarebbe sufficiente costruire il tratto mancante di collegamento rapido nella città di Faenza:
LA CIRCONVALLAZIONE NORD-EST,
un semplice tratto di strada, in una zona scarsamente interessata da edilizia residenziale e da insediamenti industriali o commerciali.
Non a caso è un tema dibattuto da parecchio tempo, ora passato nel dimenticatoio; non a caso lo richiedono parecchi cittadini; non a caso lo richiedono associazioni imprenditoriali.
Alcune strade già ci sono, sarebbe sufficiente allargarle e ricongiungerle con la zona industriale in espansione della zona Nord della città, con qualche opera aggiuntiva.
O vogliamo fare, come in alcuni recenti insediamenti di strutture logistiche, di cui si è autorizzato l’insediamento, senza prima curarsi di modificare l’assetto viario, tanto quello si farà immediatamente, si diceva, peccato che, prendendo in esame l’ultimo insediamento della ditta “Fiege-Borruso”, dopo anni, l’unica modifica all’assetto viario è stata la costruzione di una rotatoria, peraltro non ancora terminata; ed ora ci si lamenta della via San Silvestro che, così com’è, mal sopporta il maggior traffico.
Noi chiediamo ed incideremo con forza nelle prossime legislature, affinché dalla Provincia sia messo in programma tale collegamento.

Massimiliano Dapporto

Candidato al Consiglio Provinciale di Ravenna

mercoledì 27 aprile 2011

25 APRILE: CI SI RICORDA ANCHE DEI MARTIRI DELLE FOIBE

Riteniamo che la festa per la liberazione dell’Italia del 25 Aprile sia una delle più nobili ricorrenze della nostra nazione, peccato che molti cerchino di strumentalizzarla.
Nella ricorrenza ufficiale allestita dal Comune di Faenza, abbiamo assistito, giustamente, al ricordo dei martiri delle foibe (cosa non frequente), ricordo purtroppo negli anni troppo sbiadito, ma che deve rendere giustizia a chi subito atrocità disumane.
Gli autori di tali atrocità hanno sempre dichiarato di farlo in nome di un alto ideale, ma tali atti, nulla avevano a che vedere con l’alto ideale dell’indipendenza italiana, ed il giudizio storico di questi personaggi li deve mettere, almeno, sullo stesso piano di chi ha compiuto crimini nazi-fascisti.
- Una certa sinistra pare ritenere che la festa del 25 aprile sia una festa di totale appartenenza di quella parte politica: errore, tutti gli italiani hanno partecipato alla liberazione dell’Italia.
- Alcuni partiti snobbano parte del festeggiamento ufficiale: errore, la festa è di tutti e deve unire i cittadini non dividerli.
Nelle celebrazioni si è ricordato più volte l’egoismo sociale che sempre più è protagonista della vita politica e sociale del nostro tempo; effettivamente riteniamo che tale fenomeno debba essere contrastato, e se è vero che a livello nazionale tale fenomeno viene maggiormente attuato da uno schieramento politico, a livello locale tale fenomeno viene attuato da un’altra parte politica.
La deriva economica e sociale nazionale la si può imputare tranquillamente a chi a governato negli ultimi anni, ma la stessa deriva economica e sociale che abbiamo nel nostro comune la si può tranquillamente imputare a chi ha governato negli ultimi anni.
Questo è il risultato del sistema elettorale maggioritario: occorre cambiare il sistema elettorale e ritornare al proporzionale, per superare fenomeni come quello dei ladri di Pisa, che di giorno litigavano furiosamente e di notte andavano a rubare insieme.
Per ritornare ad una effettiva unione del nostro paese ed una quanto più reale coesione nazionale occorre infine attuare politiche indirizzate a risolvere i reali problemi dei cittadini partendo dal basso, legiferando per creare reale vantaggio e beneficio per i cittadini e non per chi opera nei vari settori.

Massimiliano Dapporto

Coordinatore Comunale UDC Faenza

giovedì 21 aprile 2011

SERVE CAMBIO DI ROTTA PER IL MIC DI FAENZA

All’indomani del dibattito consiliare sul MIC, occorre fare qualche considerazione.
Dopo la relazione del Presidente Rivola, che ha illustrato le azioni e le difficoltà economiche in cui deve operare, dopo le lodi di rito da parte di alcuni esponenti del PD, il Consiglio Comunale non è riuscito a dare a mio avviso quegli indirizzi necessari a superare il momento di difficoltà attuale ed a proiettarsi in una prospettiva futura.
Nel mio intervento ho ribadito che gli ingentissimi investimenti di decenni devono essere giustificati nei confronti dei faentini. Per anni infatti si sono curati investimenti strutturali sovrabbondanti le esigenze, mentre non si è sufficientemente curata la promozione e la cura dell’immagine ed i risultati in termini di ritorno per la città sono stati scarsi.
Occorre oggi mettere in campo un nuovo progetto culturale fatto di azioni consequenziali all’interno di una direttiva in cui nulla sia lasciato al caso. Troppe volte si è operato in maniera slegata con azioni o promozioni occasionali senza un progetto complessivo ed organico di sviluppo culturale e turistico. Per troppi anni si sono usati male i denari pubblici nella gestione del MIC, a partire dalla struttura faraonica, tant’è che questa viene usata anche per cene e feste che, in assenza di altro, hanno ben poco da spartire con una corretta gestione di beni culturalmente preziosi. Si deve realizzare una nuova condizione di gestione che curi meno gli aspetti ludici e si occupi meglio della tutela del patrimonio artistico o della biblioteca in cui in caso di acquazzoni piove dentro ammalorando volumi ed opere: il tetto non si ripara perché non ci sono i soldi??? Occorre quindi partire da alcuni punti fermi con il blocco di nuovi investimenti strutturali e con la partenza di un nuovo progetto che curi gli aspetti culturali e turistici , valorizzando il patrimonio del MIC. A ciò poco, temo, servirà il connubio tra MIC e FAC, specialmente se quest’ultimo continuerà ad essere solo spese e chiacchiere.
Il MIC è una realtà troppo avulsa dalla vita e dalla conoscenza dei faentini, molti non sanno quasi nulla del Museo, tanti non sanno cosa vi sia dentro perché è fuori dai loro interessi diretti e se in una pubblicazione recente sui personaggi di interesse pubblico (i più noti di Faenza) non risulta esserci il presidente del MIC , la questione diventa inquietante. La nostra speranza è che finalmente si metta in moto un progetto di rilancio, confidiamo nell’esperienza maturata altrove dalla nuova Direttrice, Dr.ssa Casali affinché si realizzi finalmente una gestione più professionale e più pragmatica che sfoci in un nuovo corso per il MIC.
Tutto questo dire non è stato ancora una volta compreso dalle maestrine dalla penna rossa del PD, che ancora una volta con la presunzione di essere i depositari della cultura, hanno difeso le gestioni passate fatte di sprechi ed inefficienza: hanno perso un’altra occasione per tacere o per capire.

Bucci Gilberto

lunedì 18 aprile 2011

LASCITO SAMORINI DOV'E'?

Come noto, il defunto rag. Alberto Samorini scomparso nel 2003 ha disposto un lascito di oltre 1 milione 700 mila euro a favore della prestigiosa scuola comunale di musica, “Giuseppe Sarti” di Faenza. Risorse a specifica destinazione che invece di prendere la giusta direzione ed essere correttamente impiegate nella citata scuola, per opinabile scelta della giunta municipale hanno seguito altre strade. In particolare sono servite per finanziare una serie di progetti decisi in completa autonomia dal comune Manfredo, peraltro all’insaputa della dirigenza della scuola stessa, e in parte sono state utilizzate per far fronte a una causa di lavoro per ordine del tribunale di Ravenna. Un chiaro esempio di mala gestio delle risorse pubbliche, di mancato rispetto delle volontà testimoniali, se non, addirittura di vera e propria distrazione di fondi. Una questione molto seria e di eccezionale gravità che, in un’ottica di totale trasparenza, dovrebbe registrare la spontanea dichiarazione con tutti i dovuti chiarimenti dettagliati da parte degli amministratori comunali di allora che oggi si accingono a rivestire cariche istituzionali di primo piano all’interno dell’Amministrazione provinciale. Si tratta, insomma, di un atto dovuto alla comunità faentina il concreto atto di rendere conto in modo assolutamente trasparente ogni sviluppo legato al mancato rispetto del citato lascito vincolato alla scuola in oggetto. La questione, infatti, andrebbe affrontata su un piano etico e di opportunità politica, oltre a rappresentare un palese dovere da parte di chi amministra la cosa pubblica fornire adeguate spiegazioni ai cittadini al fine di fugare ogni ragionevole dubbio.


Gianfranco Spadoni

Candidato UDC Presidente della Provincia

martedì 5 aprile 2011

Candidati UDC per le provinciali del comprensorio faentino

Si è svolta la presentazione alla stampa dei candidati UDC per le prossime elezioni provinciali nel comprensorio faentino.

Nel collegio di Brisighella-Casola Valsenio-Riolo Terme sarà candidato Paolo Placci, nel collegio di Solarolo e Castel Bolognese Alessio Zannoni, a Faenza saranno presentati:
Collegio Faenza I: Davide Venturini Collegio Faenza II: Massimiliano Dapporto Collegio Faenza III: Patrizia Domenicali

giovedì 31 marzo 2011

GIANFRANCO SPADONI CANDIDATO PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

Sposato con due figli, conduce con la propria famiglia un'impresa ortopedico-sanitaria. Eletto nel 1988 nel consiglio comunale di Ravenna nelle file della DC, ne ha ininterrottamente fatto parte sino ad oggi, Nel 2001 è stato candidato CCD-CDU, federati in un unico soggetto, "il Biancofiore", alla presidenza della Provincia di Ravenna (8.052 voti, pari al 3,31%) e nel 2006 è stato candidato a Sindaco in una coalizione con Lista per Ravenna e Forza Italia (voti 17.690 pari al 21,95%). Spadoni, che ricopre ruoli dirigenziali all'interno dell'UdC, è stato l'ultimo segretario della DC di Ravenna. Diverse le esperienze in campo amministrativo ed associativo: - Ha insegnato per molti anni nella scuola di ortopedia dell'Usl di Bologna,- Ha maturato esperienze amministrative nella Camera di Commercio come componente di Giunta e - Ha fatto parte di Associazioni di Categoria come l'Ascom-Confcommercio sino a ricoprirne incarichi nazionali.Attualmente è Presidente Regionale dei professionisti della tecnica ortopedica e fa parte del Forum Nazionale delle Professioni Sanitarie.

martedì 1 marzo 2011

Approvato O.d.G. dell'UDC all'unanimità in Consiglio Comunale

Nella seduta di Consiglio Comunale di Faenza di Lunedì 28 Febbraio 2011 è stato approvato all'unanimità un o.d.g. presentato a suo tempo dal gruppo La tua Faenza-UDC, sulla moratoria biennale dei pagamenti dei mutui accesi dai Comuni nei confronti della Cassa Depositi e Prestiti.
Il provvedimento, elaborato dal Dipartimento Economico del gruppo Parlamentare UDC alla Camera dei Deputati, e già accolto da Parlamento e Governo attraverso un o.d.g. della Camera, viene presentato in questi giorni in quasi tutti i Comuni d'Italia dai gruppi consiliari UDC. Il provvedimento riguarda solo i Comuni "virtuosi" in regola con i disposti del Patto di Stabilità ed interessa un movimento economico stimato in 4,4 miliardi di € messi a disposizione per investimenti e per il sociale. Il patto di stabilità, pur essendo un vincolo importante volto a ridurre il deficit pubblico, comincia a mostrare alcuni limiti specialmente per quello che riguarda i Comuni più virtuosi che spesso ad oggi si trovano a non poter pagare i fornitori od a non prevedere investimenti pur avendone disponibilità economica.Un altro aspetto riguarda gli investimenti sul sociale: sempre per i motivi suddetti molti Comuni in Italia sono costretti a chiudere interi plessi scolastici, specie nelle frazioni, pur avendo la possibilità economica di mantenerli attivi.Una questione importante riguarda infine il rilancio dell'economia: sbloccando ingenti risorse per i lavori pubblici, si può ipotizzare una condizione positiva per molte aziende oggi in difficoltà per mancanza di commesse con risvolti importanti per l'intera economia.Per quello che riguarda il Comune di Faenza si può ipotizzare la messa a disposizione di una cifra di circa 1.700.000 € per due anni con la possibilità di realizzare o anticipare nuovi investimenti.Esprimo tutta la mia soddisfazione per l'esito della votazione all'unanimità, con cui il Consiglio Comunale di Faenza ha dimostrato maturità ed interesse per il bene comune al di là delle posizioni politiche, nell'azione volta a far sì che questo provvedimento auspicato da tutti diventi rapidamente legge dello Stato

venerdì 18 febbraio 2011

L'UDC FESTEGGIA IL CARNEVALE - PIZZATA A VOLONTA'

Le Segreterie: Provinciale di Ravenna e Comunale di Faenza invitano sostenitori e simpatizzanti alla pizzata di Carnevale

Venerdì 25 Febbraio 2011 - ore 20,30
Pizzeria “Il Nido”

Via Laghi, 77 – Faenza (nella galleria a fianco della BCC)

saranno presenti:

On. Gian Luca Galletti
Vicepresidente Commissione Finanze della Camera

Gian Franco Spadoni
Candidato UDC Presidente della Provincia di Ravenna

Avv. Tommaso Bonetti
Presidente Regionale UDC Verso il Partito della Nazione


Sarà possibile gustare ogni tipo di pizza senza sosta per chiudere con pizza dolce e caffè

Il tutto al modico contributo di 20 Euro a persona, da versare la serata stessa. Le prenotazioni si ricevono entro Martedì 22 Febbraio 2011, presso la Segreteria Comunale di Faenza

Tel.: 335/5347292 - Mail: udc.faenza@libero.it

L’invito può essere esteso liberamente


Il Segretario Provinciale di Ravenna Giancarlo Frassineti
Il Segretario Comunale di Faenza Massimiliano Dapporto

martedì 8 febbraio 2011

La sanità faentina in Consiglio Comunale

Dopo tre ore abbondanti di dibattito intenso sulla questione dei Servizi Sanitari del distretto faentino sono d'obbligo alcune considerazioni. Abbiamo chiesto al Direttore Generale Carradori, approfittando della sua disponibilità, chiarezza sulla questione delle prospettive dell'area vasta per capire se sarà un'organizzazione di tipo programmatico o solo funzionale.
Il Direttore Carradori in questo caso ha risposto affermando che si faranno tutte le scelte volte al risparmio tentando di non chiudere i servizi. Va sottolineato comunque che nella relazione fornita dal Direttore stesso vengono molto spesso richiamati termini come riorganizzazione rivolta specialmente a Pediatria, detta in soldoni spesso significa che verranno limitati o tagliati alcuni servizi. Su questo punto la preoccupazione del Consiglio Comunale e la nostra si è incentrata molto attentamente, perché in una città come la nostra che si vanta di crescere, non si possono limitare servizi rivolti alla natalità e deve essere presente anche il servizio di Guardia Medica Pediatrica attiva permanentemente. Abbiamo sottolineato alcune criticità riguardo alla questione della sostituzione di primari in procinto di essere collocati a riposo, il Direttore ha detto che verranno sostituiti. Mentre sottolineamo con favore la nomina del nuovo primario di Chirurgia rimane aperta la questione post acuti dopo la chiusura della convenzione con la Casa di Cura Stacchini, servizio che veniva adeguatamente svolto da quella struttura e che oggi non ha risposte sostitutive adeguate; non può essere messo nel conteggio sostitutivo l'allargamento del convenzionamento di ulteriori 5 posti-letto nell'hospice Villa Agnesina, struttura destinata ad altra funzione.Sull'hospice Villa Agnesina si è incentrato il dibattito con la richiesta di sostegno economico a quell'iniziativa. Noi la consideriamo importante, ma non essenziale nel quadro della programmazione sanitaria della nostra città. Avevamo strutture come Villa Stacchini adeguatamente predisposte a quella funzione omnicomprensiva, dalla riabilitazione alla lungodegenza, ci è stata sottratta a mio avviso immotivatamente.Siamo più preoccupati di dare conto a chi deve essere efficacemente curato per questioni relative a cardiopatie gravi che non trovano risposte nell'ospedale faentino e che deve per forza essere trasportato a Ravenna con rischi evidenti per la salute, essendo in questi casi determinante il tempo intercorso fra l'evento e la cura. Siamo preoccupati di mantenere nella nostra città servizi dignitosi che diano risposte consone alle esigenze del territorio.Siamo un sito spoke, ci chiediamo a quanta distanza ci sarà un sito hub, ove le cure più avanzate possono essere a disposizione anche dei cittadini di questo distretto.Su questi temi attendiamo ancora risposte, crediamo i risparmi siano giusti e doverosi, ma debbano ma debbano interessare esclusivamente l'organizzazione e non i servizi ai cittadini: il nostro territorio ha già dato abbondantemente. Da segnalare in chiusura la dicotomia evidente fra i gruppi di maggioranza, divisi fra critiche feroci e lodi un tantino esagerate.Il tentativo del capogruppo PD di rimettere insieme i cocci di una linea comune alla maggioranza è andato fallito. Su questo tema della sanità la maggioranza di sinistra a Faenza si è palesemente spaccata, sotto pressione anche di un comunicato critico distribuito in sala dagli esponenti di "Laboratorio Faenza". Noi continueremo, anche in una condizione di confusione politica come si è verificata ieri sera, a sostenere con forza gli interessi del territorio ed a monitorare con attenzione l'attuazione delle promesse di rinnovamento e di investimento che sono state fatte nel corso dell'incontro.Ci prendiamo questo impegno di fronte ai cittadini come abbiamo fatto da sempre, perché non può essere un momento estemporaneo, ma continuativo nell'attenzione e nel monitoraggio delle situazioni.

mercoledì 2 febbraio 2011

Il Gruppo Consigliare LTF-UDC sui buchi di bilancio di Terre Naldi

TERRE NALDI Soc. Cons. a r. l.
CONSIDERAZIONI SULLE PERDITE DI ESERCIZIO 2008 e 2009
1. PREMESSA


Riepilogo situazione

Perdita esercizio 2008 …………………. 235.596 €
Ripianata con stanziamento di 250.000 € dal Comune di Faenza, contestualmente all’aumento di capitale (C.C. del 29.04.09)

Perdita esercizio 2009 …………………. 490.000 €
Ripianata dal Comune di Faenza (CC del 10.02.10) con contestuale richiesta indagini

Nel C.C. del 25.10.2010 sono state illustrate le prime
Risultanze dell’indagine sulle perdite del 2009 (fascicolo del 21 ottobre 2010, composto dalla relazione generale e dagli allegati A, B, C, D, E, F, G, H, I).
Contestualmente l’Amministrazione chiede una perizia agronomica.

La relazione che segue non ripropone quanto già contenuto nei documenti facenti parte dell’indagine interna promossa dall’Amministrazione comunale. Il tutto è agli atti e viene dato per letto ed acquisito.
Si ricorda comunque, a vantaggio di una maggior chiarezza di lettura della presente, che tale indagine interna, limitata peraltro al solo esercizio 2009, era articolata su precisi quesiti posti agli amministratori della Società, allo scopo di ottenere una risposta giustificativa. La presente relazione segue quella stessa falsariga.
I quesiti risultavano così articolati:

Scostamenti dagli indirizzi del C.C. del 29.04.04 (interventi non effettuati):
1. copertura totale dei costi per il supporto al Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia;
2. subaffitto dell’attività agricola e di cantina sperimentali al Centro Ricerche Produzioni Vegetali,
3. subaffitto, a soggetti privati, dei terreni ed impianti residui;
4. riduzione del personale.

Difformità rispetto al business plan del 2009-2011 (con indicazione delle sopravvenienze passive):
1. contratto di acquisto di frutta sulla pianta con l’Azienda Agricola Le Cicogne (151.000 €, ottenuti dalla perdita di 106.000 € combinata con il mancato ricavo netto previsto di 45.000 €);
2. impatto sul bilancio della liquidazione di frutta e uva con riferimento all’annata 2008 (60.000 €);
3. mancata assegnazione del contributo regionale per l’espianto di 31 ha di vite (200.000 €);
4. interessi pagati alla banca di C.C. per cessione del credito vantato da CTF per l’escavazione della cassa di espansione fiume Senio (60.500 €);
5. Svalutazione totale della quota di partecipazione in Astra S.r.l. (40.000 €, ottenuti dalla differenza tra i 60.000 € svalutati in unica soluzione e i 20.000 € relativi alle tre annualità previste).


2. VALUTAZIONI DI CARATTERE GENERALE

Il risultato negativo della gestione di Terre Naldi non può essere ricondotto ad una semplice concomitanza di fattori negativi fortuiti e imprevedibili.
E’ vero che per l’economia agricola in generale persiste una fase negativa che non porta ad adeguate remunerazioni.
E’ altresì vero che un’attività diversificata come quella di Terre Naldi, che spazia dalla gestione aziendale al supporto ai corsi universitari, fino alla sperimentazione in campo agricolo ed enologico, non può essere gestita in termini di pura logica aziendale, venendosi a configurare in parte come azienda di servizio (non a caso è quasi integralmente a capitale pubblico).
Tuttavia, dall’esame della documentazione d’indagine elaborata dalla stessa Amministrazione Comunale nonché dall’esame delle voci di bilancio e dei documenti contabili, emergono vere e proprie superficialità, omissioni, scelte sbagliate e travisamento di ruoli tra Amministrazione comunale e amministrazione aziendale (come ad esempio nella ricollocazione dei dipendenti, nella contrattazione dei subaffitti o nella vendita di immobili). Una gestione siffatta non poteva non portare ai dissesti del 2008 e del 2009.


3. OSSERVAZIONI SULL’ESERCIZIO 2008

Come già detto, l’esercizio 2008 non risulta oggetto d’indagine da parte del Consiglio Comunale. Giova tuttavia fornire alcune valutazioni in merito, anche perché la relativa perdita di esercizio doveva suonare come un campanello d’allarme e suggerire quindi drastici provvedimenti finalizzati al successivo recupero, laddove invece il 2009 ha registrato una perdita ben più grave.

In cifra tonda la perdita di 235.000 € deriva per 200.000 € da minori ricavi e per 36.000 € da maggiori costi rispetto al piano di previsione iniziale.

Tra le voci più significative segnaliamo:

Ricavi
il mancato indennizzo di 260.000 € risulta in parte compensato da maggiori introiti, per 60.000 €, derivanti da vendite di prodotti e forniture di servizi.

Costi
In questo caso la dinamica degli scostamenti dalle previsioni risulta molto più articolata. Gli aumenti delle varie voci di costo afferenti al personale risultano abbondantemente compensati da un minor gettito per Ires e Irap nonché dalla drastica riduzione della voce “compensi amministratori”. Non vengono invece integralmente compensate diverse altre voci di costo, le più significative delle quali riguardano la manutenzione macchinari, le sopravvenienze passive, oneri e costi vari, gli ammortamenti e i costi per diploma universitario.



4. OSSERVAZIONI SULL’ESERCIZIO 2009

Con riferimento alla stessa suddivisione di voci indicata dalla indagine interna, vengono di seguito evidenziati alcuni aspetti specifici delle criticità riscontrate, che secondo noi assumono un carattere di particolare gravità.

4.1. Per quanto riguarda
- la copertura totale dei costi per il supporto al Corso di laurea in Viticoltura ed Enologia
(riferimento al quesito N. 1, relativo agli scostamenti dagli indirizzi del C.C. del 29.04.04, cioè agli interventi non effettuati), si osserva:

Sempre con riferimento al solo 2009, si richiama la perdita di 101.344 € ottenuta dalla differenza tra la somma di costi e servizi di 125.344 € e il rimborso da Università di 24.000 €. Tenuto conto del contributo pubblico preordinato di 79.990 € (70.000 dal Comune e 9.990 dalla Provincia), emerge comunque una perdita aziendale di oltre 21.000 €.
Si nota per inciso che già l’esercizio 2008 contemplava una perdita di € 107.714, data dalla differenza tra i costi vari di 137.714 € e il rimborso universitario di 30.000 €.
Tale situazione evidenzia una forte criticità nel processo autorizzativo delle spese, aggravata dalla mancata attuazione del piano di autolimitazione dei docenti.
Ma si impone anche un’altra considerazione. Atteso il fatto che il corso di laurea è un fiore all’occhiello per il lustro e il prestigio dell’Amministrazione, non può essere che il Comune debba ripianare le perdite a piè di lista, contribuendo nel contempo ad aggravare la gestione più generale dell’Azienda Terre Naldi, che ne dovrebbe invece costituire il supporto.
Paradossalmente, sarebbe molto più semplice preventivare un congruo contributo all’Università, svincolandola dalla gestione Terre Naldi che dovrebbe viceversa costituire una sostanziale compensativa fonte di reddito.

4.2. Per quanto riguarda
- il contratto di acquisto di frutta sulla pianta con l’Azienda Agricola Le Cicogne
- l’impatto sul bilancio della liquidazione di frutta e uva con riferimento all’annata 2008
- la mancata assegnazione del contributo regionale per l’espianto di 31 ha di vite
(riferimento ai quesiti N. 1, 2, 3 relativi alle difformità rispetto al business plan del 2009-2011, con indicazione delle sopravvenienze passive), si osserva:

Nell’esaminare gli estremi della documentazione relativa alla vicenda Terre Naldi, focalizziamo l’attenzione su di un aspetto molto significativo dell’intera vicenda: il contratto od accordo volontario fra le parti per la cessione di frutti pendenti.
Trattasi a nostro avviso di una palese anomalia in quanto il sottoscrivere un accordo con un’altra società agricola privata che fornisce impianti vecchi e malmessi, da parte di una società a capitale oramai totalmente pubblico, lascia aperti solenni dubbi sull’opportunità dell’operazione. Analizziamo comunque i dati relativi all’”affare”.
A fronte di un pagamento di € 130.000 per raccogliere le produzioni di ha 8,1 di pescheto e nettarine, di ha 8,3 di susini, di ha 0,40 di kaki e di ha 19,6 di vigneto, si ricava una produzione lorda vendibile del valore di € 102.355 a fronte di costi ulteriori di € 99.933, per un totale costi di € 219.329, con una perdita desunta di circa € 116.974, previo arrotondamento dei decimali per difetto.
Il dato interessante è relativo alla produzione per ettaro.
Dai dati in nostro possesso, la produzione di susine si è aggirata sui 120 ql. per ha, quella delle pesche e nettarine sui 74 ql. per ha, quella dei kaki sui 502 ql. per ha, quella del vigneto sui 195 ql. per ha.
Risultano quindi confacenti alla norma solo le produzioni di uva e kaki mentre risultano inspiegabili le scarsissime produzioni di pesche - nettarine e susine che si attestano normalmente su 250/300 ql. per ha ed oltre, per molte varietà.
Altro dato significato dell’avventatezza dell’affare è la scarsa qualità della produzione di uva. Nonostante la zona di Celle ove è ubicata l’azienda sia vocata a buone produzioni viticole, i conferimenti relativi sono di scarsa qualità con parametri talmente bassi da rendere difficilmente commerciabile la produzione conferita. Il risultato economico è ovviamente scadente: anche sommando gli introiti derivati dalla riscossione di una polizza assicurativa per lavori male eseguiti si arriva ad un prezzo per ql. uva di € 16,50 circa, non in linea con le liquidazioni medie che si sono attestate attorno agli € 20 circa anche per le uve di pianura.

Un accordo sballato quindi, che ha arrecato un danno di ben € 117.000 circa alla gestione di Terre Naldi e quindi alle casse comunali, incomprensibile ed incompatibile con la corretta ed oculata gestione dei beni e del denaro pubblico.
Non comprensibile poi la leggerezza con cui sono stati messi a bilancio gli eventuali proventi derivati da fondi regionali per i premi di abbattimento di una trentina di ettari di vigneto nell’azienda Naldi senza avere alcuna certezza della riscossione.


5. CONCLUSIONI

La domanda finale è: a Terre Naldi sono stati tanto sprovveduti da non capire e vedere quello che facevano o sapevano perfettamente ove si andava a parare con previsioni azzardate e lavori mal eseguiti in impianti obsoleti? la risposta non ci compete.
Non è ovviamente compito nostro rilevare eventuali atti dolosi o perseguibili per legge, noi dovremo semplicemente segnalare i fatti alle autorità competenti affinché, se lo riterranno, si proceda a termini di legge.
Gruppo Consigliare LTF-UDC