A seguito delle recenti riforme la Regione Emilia-Romagna è intervenuta sui ticket per le prestazioni sanitarie, il governo regionale targato PD non ha perso l’occasione per ostacolare la formazione della famiglia.
Spieghiamo perché: naturalmente trattiamo di uno degli argomenti socialmente più importante ed in cui il ruolo della politica si evidenzia maggiormente, sia in fatto positivo che in fatto negativo; ebbene a seguito della recente manovra del governo nazionale c’è stata l’introduzione dei nuovi ticket sanitari che sono stati rimodulati ed interpretati dal governo della Regione Emilia-Romagna.
Ora, le somme da pagare vengono stabilite in base a fasce di reddito e cioè chi ha un reddito maggiore dovrà pagare somme maggiori per l’acquisto di farmaci e fin qui nulla da eccepire, ma il vero problema nasce da una piccola frase che indirizza tutto l’impianto della norma: “a carico di assistiti appartenenti a nucleo familiare con reddito complessivo……” e quindi calcolate sul reddito lordo complessivo del nucleo familiare.
Questa frase indica il metodo di calcolo del pagamento del ticket sulla farmaceutica e sta a significare, in parole povere, che chi è sposato avrà un reddito sul quale calcolare il pagamento del ticket sulla farmaceutica composto dalla somma del reddito dei 2 coniugi, invece chi convive oppure è separato avrà un reddito sul quale calcolare il pagamento del ticket sulla farmaceutica composto solo dal reddito di un singolo componente e quindi più basso.
Naturalmente non si vuole indirizzare gli stili di vita stabilendo che bisogna sposarsi oppure no, si vuole solo evidenziare che una coppia di persone sposate è svantaggiata rispetto ad una coppia di persone conviventi, ma non sposate.
Conclusione della storia: ora in Emilia-Romagna chi è sposato paga di più i prodotti farmaceutici.
A Faenza abbiamo (dati reperiti dall’ufficio statistica del Comune) 49.223 residenti maggiorenni, di questi 27.045 sono sposati, ma attenzione, in questa cifra sono compresi anche coloro i quali sono separati di fatto o legalmente od in attesa della sentenza di divorzio, quindi il 54,93% della popolazione adulta è sposata (in realtà è molto meno per i motivi sopra esposti), quindi il partito di governo della regione ci dica cosa vuole fare: ritiene importante incentivare la formazione di nuclei familiari o preferisce sostenere i single e le convivenze?
Naturalmente non si vuole discriminare nessuno, ci sembra comunque naturale dare un piccolo aiuto a chi, sposandosi assume impegni in prima persona e sicuramente con l’interpretazione del ticket dell’Emilia-Romagna non si va in questa direzione.
Il Coordinatore Comunale di Faenza
Massimiliano Dapporto
Spieghiamo perché: naturalmente trattiamo di uno degli argomenti socialmente più importante ed in cui il ruolo della politica si evidenzia maggiormente, sia in fatto positivo che in fatto negativo; ebbene a seguito della recente manovra del governo nazionale c’è stata l’introduzione dei nuovi ticket sanitari che sono stati rimodulati ed interpretati dal governo della Regione Emilia-Romagna.
Ora, le somme da pagare vengono stabilite in base a fasce di reddito e cioè chi ha un reddito maggiore dovrà pagare somme maggiori per l’acquisto di farmaci e fin qui nulla da eccepire, ma il vero problema nasce da una piccola frase che indirizza tutto l’impianto della norma: “a carico di assistiti appartenenti a nucleo familiare con reddito complessivo……” e quindi calcolate sul reddito lordo complessivo del nucleo familiare.
Questa frase indica il metodo di calcolo del pagamento del ticket sulla farmaceutica e sta a significare, in parole povere, che chi è sposato avrà un reddito sul quale calcolare il pagamento del ticket sulla farmaceutica composto dalla somma del reddito dei 2 coniugi, invece chi convive oppure è separato avrà un reddito sul quale calcolare il pagamento del ticket sulla farmaceutica composto solo dal reddito di un singolo componente e quindi più basso.
Naturalmente non si vuole indirizzare gli stili di vita stabilendo che bisogna sposarsi oppure no, si vuole solo evidenziare che una coppia di persone sposate è svantaggiata rispetto ad una coppia di persone conviventi, ma non sposate.
Conclusione della storia: ora in Emilia-Romagna chi è sposato paga di più i prodotti farmaceutici.
A Faenza abbiamo (dati reperiti dall’ufficio statistica del Comune) 49.223 residenti maggiorenni, di questi 27.045 sono sposati, ma attenzione, in questa cifra sono compresi anche coloro i quali sono separati di fatto o legalmente od in attesa della sentenza di divorzio, quindi il 54,93% della popolazione adulta è sposata (in realtà è molto meno per i motivi sopra esposti), quindi il partito di governo della regione ci dica cosa vuole fare: ritiene importante incentivare la formazione di nuclei familiari o preferisce sostenere i single e le convivenze?
Naturalmente non si vuole discriminare nessuno, ci sembra comunque naturale dare un piccolo aiuto a chi, sposandosi assume impegni in prima persona e sicuramente con l’interpretazione del ticket dell’Emilia-Romagna non si va in questa direzione.
Il Coordinatore Comunale di Faenza
Massimiliano Dapporto