lunedì 30 maggio 2011

Ici e Piano Strutturale Comprensoriale Associato

L’ultima trovata per fare “cassa”della giunta faentina è quella di dare un valore fittizio ai terreni agricoli inseriti nel PSC per tassarli. Premesso che su circa 200 ettari di previsione non mi risulta, ad oggi, sia avvenuta alcuna trasformazione, va evidenziata la prepotente scorrettezza di chi nei numerosi incontri avuti in fase di redazione del PSC, ha affermato e sottoscritto che “ il PSC non aveva e non ha alcuna rilevanza fiscale” in quanto mero strumento programmatore dell’ assetto del territorio. Quali effetti potrà avere un tale scellerato intendimento e quali saranno i cittadini più colpiti dal provvedimento? Sicuramente una categoria a rischio sono i pensionati ex coltivatori diretti che , pur mantenendone la proprietà, hanno affittato il terreno magari ai figli per agevolarne il difficile subentro ed il ricambio generazionale. Si troveranno questi a corrispondere al Comune una cifra variabile dai 700 ai 1500 € circa l’anno ad ettaro in base alla futura ed ipotetica destinazione d’uso del terreno nell’ambito del PSC. Considerato che per l’affitto medio agricolo si percepiscono dai 500 ai 700 € per ha,è facile capire l’entità della insulsa ed esosa gabella proposta dal Sindaco e dalla sua Giunta. Si va a colpire una categoria di persone che percepisce pensioni ridicole ed un settore già pesantemente in crisi per altri fattori. Vi sono quindi nella delibera in discussione lunedì 30 maggio 2011 in Consiglio Comunale vizi ed incongruenze sostanziali : il primo è che nessuna area del PSC è stata trasformata a destinazione definitiva con scheda dedicata ,in assenza oltretutto di POC e RUE che diano assetto definitivo al territorio è pura fantasia apporre valori economici al territorio stesso. La seconda è la mancata concertazione con le associazioni di categoria che hanno promesso valanghe di ricorsi, in quanto la delibera risulta scorretta ed iniqua. Tenendo conto della crisi attuale è possibile oltretutto che molti terreni rimangano inutilizzati per molti anni con i proprietari costretti a “ricomprare” dal comune i terreni già di loro proprietà. La giunta afferma che vi è una sentenza della Corte dei Conti che permetterebbe tutto ciò, ma in caso venisse emessa una sentenza contraria quale sarebbe la fine di tutto quest’impianto già traballante di suo? A seguito poi della mancata illustrazione della delibera in commissione e della votazione al buio proposta in maniera anomala, è opportuno un ripensamento ed il ritiro della delibera stessa per altri approfondimenti e per la concertazione con le forze sindacali del settore, mai avvenuta.


Gilberto Bucci
Capogruppo LTF-UDC