mercoledì 25 maggio 2011

Il FAC nel MIC: un altro flop

Dopo la conclusione del Fac 2011, si ripropongono tal quali le riflessioni relative al Fac 2010. A parte le solite arrampicate sugli specchi dei fautori e dell’assessore Isola volte a giustificare l’ingiustificabile, va aperto un ragionamento serio sulla reale portata della manifestazione in ambito faentino. Il disinteresse è stato quasi totale e, nonostante le giuste aperture al mondo scolastico, al mondo culturale ed artistico faentino ed al coinvolgimento del Museo delle ceramiche, molti eventi si sono svolti in una desolante solitudine, segnalando ancora una volta la scarsa utilità dell’intera manifestazione. Cosa è rimasto a Faenza di tanto lavorio? Praticamente nulla: le foto impietose che circolano nel web dimostrano il vuoto della città attorno al Fac: gli eruditi discorsi dei critici in toccata e fuga sono stati ascoltati da platee minimali e la stessa rassegna stampa prodotta risulta essere molto ridotta. Potrei soffermarmi sul cinema Sarti vuoto o sul TIR che bloccava il traffico in Corso Baccarini desolatamente vuoto o visitato da pochi increduli, ma mi interessa capire il motivo vero per cui si debba investire su ciò che è tutti gli anni sempre più autoreferenziale e pressoché avulso dalla vita della nostra città, in quanto anche gli eventi collaterali non sono stati certamente un successo. I risvolti turistici sono stati minimi: gli alberghi contattati a Faenza avevano ancora ampi spazi a disposizione, da altre città abbiamo l’impressione che non si sia assolutamente mosso nessuno. Una riflessione si impone specialmente quando per risparmiare si tagliano i servizi ai disabili.