Il 21 Giugno prossimo si terrà su tutto il territorio nazionale un referendum per modificare la legge elettorale.
Il quesito referendario chiede di attribuire il premio di maggioranza solo al partito che raggiungerà la maggioranza relativa e non più alla coalizione.
Pertanto, se tale referendum dovesse essere approvato si avrebbe una legge che assegna il 55% dei seggi a chi ottiene la maggioranza relativa.
Potenzialmente, un partito che vince le elezioni con il 25% dei consensi potrà disporre del 55% dei seggi in parlamento, per cui ci troveremmo che circa di 1/4 dei rappresentanti del popolo potrebbe deliberare per conto di tutta la restante parte.
La vera riforma elettorale che noi ci auspichiamo è quella dell’introduzione delle preferenze, per dare la possibilità all’elettore di indicare il proprio rappresentante in Parlamento, ma di tutto questo non si è parlato.
Il risultato della grande battaglia che l’UDC ha condotto per l’indicazione delle preferenze è sotto gli occhi di tutti, infatti è grazie a tutto ciò che i prossimi 6 e 7 Giugno gli elettori italiani potranno votare alle Elezioni Europee indicando la preferenza per il proprio candidato.
Non capiamo, la posizione di alcuni partiti che si definiscono democratici e di sinistra, i quali dovrebbero avere una naturale un’avversione al prossimo quesito referendario, ma la linea ufficiale da loro divulgata è quella di votare SI. Tale strategia non può che favorire una conseguente riduzione della democrazia popolare, con gli eletti scelti nelle segreterie dei partiti, piuttosto che nelle urne elettorali.
La nostra posizione può essere una sola: invitare gli elettori a non recarsi alle urne in questo referendum, auspicando il mancato raggiungimento del quorum necessario.
La riforma elettorale va fatta in parlamento dando la possibilità agli elettori di esprimere le proprie preferenze; si potrà, almeno, decidere per chi votare?
Il Segretario Comunale Unione Di Centro
Massimiliano Dapporto
Il quesito referendario chiede di attribuire il premio di maggioranza solo al partito che raggiungerà la maggioranza relativa e non più alla coalizione.
Pertanto, se tale referendum dovesse essere approvato si avrebbe una legge che assegna il 55% dei seggi a chi ottiene la maggioranza relativa.
Potenzialmente, un partito che vince le elezioni con il 25% dei consensi potrà disporre del 55% dei seggi in parlamento, per cui ci troveremmo che circa di 1/4 dei rappresentanti del popolo potrebbe deliberare per conto di tutta la restante parte.
La vera riforma elettorale che noi ci auspichiamo è quella dell’introduzione delle preferenze, per dare la possibilità all’elettore di indicare il proprio rappresentante in Parlamento, ma di tutto questo non si è parlato.
Il risultato della grande battaglia che l’UDC ha condotto per l’indicazione delle preferenze è sotto gli occhi di tutti, infatti è grazie a tutto ciò che i prossimi 6 e 7 Giugno gli elettori italiani potranno votare alle Elezioni Europee indicando la preferenza per il proprio candidato.
Non capiamo, la posizione di alcuni partiti che si definiscono democratici e di sinistra, i quali dovrebbero avere una naturale un’avversione al prossimo quesito referendario, ma la linea ufficiale da loro divulgata è quella di votare SI. Tale strategia non può che favorire una conseguente riduzione della democrazia popolare, con gli eletti scelti nelle segreterie dei partiti, piuttosto che nelle urne elettorali.
La nostra posizione può essere una sola: invitare gli elettori a non recarsi alle urne in questo referendum, auspicando il mancato raggiungimento del quorum necessario.
La riforma elettorale va fatta in parlamento dando la possibilità agli elettori di esprimere le proprie preferenze; si potrà, almeno, decidere per chi votare?
Il Segretario Comunale Unione Di Centro
Massimiliano Dapporto