venerdì 5 marzo 2010

Le cooperative sociali, un grande patrimonio della città!

La salute è un bene prezioso da difendere e tutelare.
E’ desolante osservare come è ridotto l’ospedale di Faenza: ha subito tali e tanti interventi chirurgici, ed oramai c’è più poco da salvare.
Ma c’è dell’altro da salvare e, dopo la chiusura arbitraria della Stacchini, c’è di che essere preoccupati per i servizi e l’occupazione.
Non c’è solo l’ospedale: a Faenza nel settore della salute e dell’assistenza ci sono centinaia e centinaia di operatori, cioè di persone che mettono a disposizione degli altri la loro sensibilità e la loro professionalità.
E’ un mondo fatto di volontari, attraverso tante associazioni che fanno riferimento prevalentemente al mondo cattolico, ma anche di cooperative sociali che hanno centinaia di soci-lavoratori, la maggior parte donne, con una forte presenza anche di stranieri.
Le più significative sono la coop. “In Cammino”, la Zerocento” e la CEFF, ma ce ne sono tante altre.
La “In Cammino” gestisce l’Hospice appena inaugurato, S. Maglorio, Casa del Sole, Lampada di Aladino, I Tigli, Il Parco, solo per ricordarne alcuni; la “Zerocento” gestisce il Fontanone, in parte S.Umiltà ed è maggiormente presente nel settore degli asili nido, comunità educative per minori, informagiovani, ecc.
Mentre il volontariato è maggiormente presente nel settore della promozione della vita, a sostegno della maternità consapevole e in difesa delle coppie in crisi, le cooperative sociali supportano l’infanzia, l’handicap e gli anziani.
Queste attività sono finanziate con fondi pubblici tramite l’AUSL e il Comune, ed anche tramite le “vecchie” Opere Pie,ora ASP.
La nuova amministrazione di Faenza dovrà gestire tutte queste problematiche con competenza e sensibilità, perché le dovrà finanziare e coordinare.
Stupisce che ci sia poco o nessun rilievo nei programmi elettorali di altri candidati e che non se ne parli a sufficienza.
Riteniamo invece sia indispensabile un confronto serrato tra le forze politiche non solo in termini di approccio filosofico, per definire il ruolo del terzo settore, per ridiscutere l’intervento diretto e non convenzionato della sanità pubblica che, da ultimo, sembra essere privilegiato nei progetti dell’AUSL ravennate.
La direzione AUSL intende infatti internalizzare tanti servizi e non ci sembra una cosa buona. Come utenti non ci convincono gli aut aut di una sanità gestita in modo dirigista: mangiare questa minestra o saltare dalla finestra !
A fronte di bisogni crescenti, ci convince di più un ente pubblico “leggero” che fa fare a chi sa fare, con sensibilità, professionalità e con costi contenuti, sulla base dei principi della solidarietà e della sussidiarietà.
All’ente pubblico compete piuttosto di coordinare, sorvegliare, controllare, programmare.
Sappiamo che all’interno dell’ente pubblico ci sono professionalità di rilievo, ma riteniamo che il circuito virtuoso di collaborazione con il volontariato e le cooperative sociali, su basi chiare, debba essere valorizzato molto più di quanto sia stato fatto in questi ultimi anni, a favore di chi ha bisogno.
Considero la cooperazione sociale ed il volontariato uno straordinario patrimonio sociale della nostra città; prerogative e patrimonio da tutelare ed incentivare.
Gilberto Bucci
Candidato Sindaco LTF-UDC