martedì 2 marzo 2010

NO A CENTRI CULTURALI ISLAMICI A FAENZA

Siamo profondamente rispettosi del diritto a professare la propria religione, diritto peraltro negato ai cattolici in tante parti del mondo, ma siamo contrari a che l’Amministrazione Comunale “sostenga luoghi di socializzazione e di aggregazione per le principali comunità etniche presenti in città”.
E’ quanto previsto dal programma della coalizione di centrosinistra.
Siamo contrari, in generale, perché è di tutta evidenza che non si favorisce l’integrazione trasformando la città in un mosaico di ghetti etnicamente omogenei, infatti la vera integrazione la si ottiene favorendo la mescolanza tra i cittadini extracomunitari ed i cittadini già residenti in luoghi di incontro comuni.
Va pure annotato che il diritto a professare la propria religione a Faenza non è un problema: ci sono infatti parrocchie che hanno messo a disposizione strutture per alcuni sacerdoti ortodossi presenti in città, come pure esiste già una moschea nella zona industriale a supporto della comunità islamica.
Sappiamo inoltre che molti islamici preferiscono pregare senza recarsi nei centri culturali islamici in quanto (sono loro parole) luoghi di indottrinamento fondamentalista più che luoghi di preghiera puri e semplici.
Infatti, nello specifico, siamo contrari a sostenere ed incentivare luoghi di socializzazione islamici sulla base di taluni gravissimi episodi che hanno evidenziato come in particolare i centri culturali islamici possano essere una scuola di fondamentalismo che nulla centra con un’integrazione civile e rispettosa delle reciproche abitudini.
Nessuno infatti conosce a sufficienza la lingua di queste comunità e quindi l’attività di indottrinamento, sfugge a ogni controllo.
Ci sembrano motivazioni dettate semplicemente dal buon senso, piuttosto che da pregiudizi, ma il buon senso nella coalizione di centrosinistra, su questo tema come su tanti altri, non è di casa.
D’altronde il problema dell’integrazione è uno dei principali nodi da risolvere per l’amministrazione futura, nodo che non si risolve con il favorire lo sviluppo delle aggregazioni di ogni singola comunità creando varie oasi etniche all’interno della città, ma dall’altra parte non è possibile neanche pensare di considerare il cittadino extracomunitario come un ospite indesiderato che prima toglie il disturbo e meglio è.
La soluzione sta nel favorire un integrazione consapevole, accogliendo gli extracomunitari che desiderano partecipare attivamente e serenamente alla vita della comunità faentina, isolando duramente tutti coloro che intendono delinquere o creare proselitismi fondamentalistici.
Non è creando centro di aggregazione per extracomunitari che si risolve il problema, anzi lo si amplifica.
Il Segretario Comunale
Massimiliano Dapporto